DeepBlue, residenza d’artista #1

Roma

Deep Blue è il tema della residenza artistica che Lefranc Bourgeois, in collaborazione con Inside Art, ha lanciato (https://bit.ly/31UV1rV) per celebrare i suoi 300 anni. Uno dei giurati che selezioneranno i due artisti vincitori è il curatore e critico Ivan Quaroni, che ci racconta la sua esperienza con il colore, con la pittura e con il blu.

Lefranc Bourgeois, un brand che fa della vicinanza agli artisti il suo punto di forza. Una bella storia industriale internazionale. Qual è la tua esperienza o conoscenza di questo brand?
«Non sono un pittore, dunque la mia conoscenza del marchio è quella comune a coloro che si occupano di arte. Per me Lefranc Bourgeois è un marchio legato alle sperimentazioni delle prime avanguardie post-impressioniste, fauviste e cubiste. È noto, infatti, che Cézanne, Picasso, Braque e Matisse usarono i colori Lefranc Bourgeois e, più tardi, tra gli altri, anche Dubuffet e Vasarely». 

Creatività e colore, due elementi fondamentali nel linguaggio pittorico. Un linguaggio che in molti spesso criticano, ma poi torna sempre attuale. Qual è la tua opinione?
«In certe conventicole dell’arte contemporanea è opinione comune che la pittura sia una pratica deteriore, nel migliore dei casi secondaria. Qualcosa, insomma, da compendiare con ”altro”: installazioni, appendici fotografiche, estensioni murali e pavimentali. Sarebbe un modo di mostrare al mondo che l’artista pittore può pirandellianamente (come il Mattia Pascal) sottrarsi e anzi ”scomparire” al lavoro artigianale per divenire finalmente intelligente…. e, infatti, di pittura intelligente, ma debole, se ne vede molta. Io credo, invece, che la pittura sia un linguaggio primario, che richiede abilità tecniche e facoltà immaginative molto sviluppate». 

Che consigli ti sentiresti di dare a un pittore contemporaneo? 
«I più ovvi sono questi: frequentare il mondo dell’arte da vicino, formare alleanze con altri artisti, critici, curatori e galleristi e, infine, viaggiare. L’arte non si impara guardandola sullo schermo di un computer o di un telefonino».  

Il colore dell’anno è, ovviamente, il Blue Lefranc Bourgeois. Cosa ti evoca questa tonalità? 
«Il blu è il mio colore preferito ed è anche l’unico colore che nella lingua inglese indica uno stato d’animo: I’m feeling blue significa ”mi sento malinconico”. Per Kandinsky era il colore della spiritualità e della quiete interiore. Io preferisco, in genere, le tonalità del blu scuro perché è stato dimostrato che una prolungata osservazione di questo colore rallenta la respirazione e abbassa la pressione arteriosa».

Volete partecipare anche voi alla call per la residenza? Bastano una buona idea e pochi click. Il resto è semplice e gratuito. A questo link trovate il bando e la scheda di iscrizione: https://insideart.eu/2020/06/29/una-residenza-dartista-a-colori/

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