Da sabato 23 maggio a domenica 29 novembre 2020, ai Giardini e all’Arsenale, va in scena la 17esima mostra internazionale di Architettura dal titolo How will we live together?, a cura di Hashim Sarkis, organizzata dalla Biennale di Venezia.
La mostra si articola tra il Padiglione Centrale ai Giardini, l’Arsenale e Forte Marghera, includendo 114 partecipanti in concorso provenienti da 46 paesi, con una rappresentanza crescente da Africa, America Latina e Asia. Oltre ai partecipanti invitati, la Biennale Architettura 2020 comprende Stations + Cohabitats, ricerche fuori concorso sui temi della Mostra sviluppate da ricercatori di università di tutto il mondo. Sono presentate anche grandi installazioni collegate a ognuna delle cinque scale che si dispongono negli spazi esterni dell’Arsenale e dei Giardini. Cinque architetti e un fotografo di architettura sono infine gli autori del progetto dedicato al gioco a Forte Marghera, che si chiamerà: How will we play together?.
Il tema costante in tutti questi anni, è stato quello dei vantaggi sociali che possono derivare dalla presenza dell’Architettura. «Come abbiamo detto più volte – ha spiegato Paolo Baratta, il presidente della Biennale – l’Architettura ci fa individui più consapevoli, ci aiuta a essere non solo consumatori, ma cittadini, ci stimola a considerare gli effetti indiretti delle nostre azioni, ci aiuta a comprendere meglio l’importanza dei beni pubblici e dei beni gratuiti. Ci aiuta a sviluppare una visione del welfare più completa».
La Mostra di Hashim Sarkis coglie in uno sguardo ampio problemi strutturali della società contemporanea; il curatore osserva che in tutte le aree del mondo sono in corso fenomeni di intenso cambiamento, assai diversi tra loro ma accomunati dalla necessità di importanti ”aggiustamenti” nelle condizioni dell’abitare. Lo sguardo del curatore è quindi ulteriormente dilatato. L’architettura diviene qui il riferimento di un vasto impegno interdisciplinare e di un vasto impegno culturale e politico.
«Abbiamo bisogno di un nuovo contratto spaziale – ha detto Hashim Sarkis. In un contesto caratterizzato da divergenze politiche sempre più ampie e da disuguaglianze economiche sempre maggiori, chiediamo agli architetti di immaginare degli spazi nei quali vivere generosamente insieme. Gli architetti invitati a partecipare alla Biennale Architettura 2020 sono stati incoraggiati a coinvolgere nella loro ricerca altre figure professionali e gruppi di lavoro: artisti, costruttori, artigiani, ma anche politici, giornalisti, sociologi e cittadini comuni. La Biennale Architettura 2020 vuole così affermare il ruolo essenziale dell’architetto, che è quello di affabile convener e custode del contratto spaziale». Allo stesso tempo la mostra vuole affermare l’idea che è proprio in virtù della sua specificità materiale, spaziale e culturale che l’architettura orienta i vari modi di vivere insieme.
How will we live together? è quindi una domanda tanto sociale e politica quanto spaziale. Aristotele, quando si pose questa domanda per definire la politica, propose il modello di città. Ogni generazione se la pone rispondendo in modo diverso. «Più recentemente – ha aggiunto il curatore – le norme sociali in rapida evoluzione, la crescente polarizzazione politica, i cambiamenti climatici e le grandi disuguaglianze globali ci fanno porre questa domanda in maniera più urgente e su piani diversi rispetto al passato. Parallelamente, la debolezza dei modelli politici proposti oggi ci costringe a mettere lo spazio al primo posto e, forse come Aristotele, a guardare al modo in cui l’architettura dà forma all’abitazione come potenziale modello di come potremmo vivere insieme».
WEEKENDS ON ARCHITECTURE
Si tratta del format che integra il programma della 17esima mostra attraverso una serie di conferenze e incontri con architetti, studiosi e professionisti di tutto il mondo che cercheranno di rispondere alla domanda How will we live together?. Tra ottobre e novembre 2020 saranno organizzati tre weekend per sei appuntamenti, in ogni incontro si discuterà di due argomenti ispirati alle questioni ricorrenti nei progetti dei partecipanti: le nuove sfide che il cambiamento climatico pone all’architettura; il ruolo dello spazio pubblico nelle recenti rivolte urbane; le nuove tecniche di ricostruzione; le forme mutevoli dell’edilizia collettiva in tutto il mondo; l’architettura dell’educazione e l’educazione dell’architetto; il rapporto tra curatela e architettura. Il programma sarà disponibile prossimamente sul sito labiennale.org.
BIENNALE SESSIONS
Per l’undicesimo anno consecutivo La Biennale dedica il progetto Biennale Sessions alle università, alle accademie e agli Istituti di formazione superiore. L’obiettivo è quello di offrire una facilitazione a visite di tre giorni da loro organizzate per gruppi di almeno 50 tra studenti e docenti, con la possibilità di organizzare seminari in luoghi di mostra offerti gratuitamente e assistenza all’organizzazione del viaggio e soggiorno.
EDUCATIONAL
Anche per il 2020 è prevista un’ampia offerta che si rivolge a singoli e gruppi di studenti, bambini, adulti, famiglie, professionisti, aziende e università. Tutte le iniziative puntano sul coinvolgimento attivo dei partecipanti, sono condotte da operatori selezionati e formati dalla Biennale e si suddividono in Percorsi Guidati e Attività di Laboratorio
La pre-apertura avrà luogo nei giorni 21 e 22 maggio, la cerimonia di premiazione e inaugurazione si svolgerà sabato 23 maggio 2020.