Altan al Maxxi

Roma

«È una grande soddisfazione ospitare la mostra su Altan, un dono poter omaggiare il lavoro di un artista originale, che da anni ci aiuta a decifrare i fenomeni profondi nei costumi e nella mentalità degli italiani, senza mai far emergere la rabbia». Così Giovanna Melandri, presidente della Fondazione Maxxi, in riferimento alla mostra-omaggio Altan. Pimpa, Cipputi e altri pensatori, a cura di Anne Palopoli e Luca Raffaelli, che fino al 12 gennaio racconta la storia del Belpaese – dagli anni settanta ai giorni nostri – attraverso gli occhi, la matita e la penna tagliente dall’artista trevigiano, classe 1942 (ha studiato a Bologna e frequentato la facoltà di architettura a Venezia).

Non solo anticonformista, ma anche eclettico e ironicamente implacabile, a suo modo universale, Francesco Tullio-Altan è al centro di una mostra (realizzata con Fondazione Solares e Franco Cosimo Panini editore) che – organizzata in capitoli in grado di sposare le differenti fasi dell’iter artistico dell’autore – offre al visitatore una ricognizione completa, pop e visionaria, declinandola all’interno di un percorso complesso ma non per questo ”complicato”. Focus sullo spiazzante umorismo di Altan nonché sulla sua abilità di districarsi, con leggerezza, tra disegni dedicati all’infanzia e fumetto d’avventura, vignette (pubblicate su Tango, Panorama, Cuore, Smemoranda, mentre procede una pluriennale collaborazione con l’Espresso e Repubblica) e romanzi a fumetti (realizzati a partire dagli anni settanta per un pubblico più adulto), filmati animati e sceneggiature. Lo spazio extra Maxxi presenta al pubblico una serie di tavole e disegni originali, ma anche poster e illustrazioni, quadri e bozzetti, libri e filmati, con protagonisti numerosi personaggi entrati (di diritto) a far parte del nostro immaginario collettivo. Personaggi che sono tutti liberi pensatori (al pari del loro ”papà”), talmente liberi da essere in grado di rivelare a se stessi, ma anche al mondo che li circonda, la propria ambizione di autodistruzione. Qualche nome? Dalla dolce cagnolina Pimpa – in rassegna i più piccini possono accedere ad uno spazio interattivo, giocare con lei e guardare i suoi cartoni animati – allo spietato metalmeccanico Cipputi, da Ugo a Luisa, l’uomo in poltrona e la donna seminuda, a Kamillo Kromo, Cristoforo Colombo, il Pettirosso Pippo, Trino (senza dimenticare alcuni dei protagonisti della politica di casa nostra). Eccoli, riprodotti (anche) in forma extralarge, le cui sagome coloratissime campeggiano sulle pareti, sui tavoli e sul pavimento.

Così, nell’immaginario che l’autore veneto offre al pubblico, il dubbio – legato a doppio nodo non soltanto alla storia, ma anche alla politica, alla letteratura e alla cultura – diviene la chiave di lettura con la quale osservare un mondo, sempre più complesso (o ”semplice”, a seconda dei punti di vista) nel quale i grandi miti e le ideologie vengono capovolti, con l’umanità che, orami priva di illusioni, tenta di sopravvivere. Un’esperienza immersiva ma al contempo ”umana”, che permette al visitatore di sentirsi a proprio agio («il lavoro di Altan è ”di casa” anche per i più giovani», afferma Melandri). Un identikit di Altan viene tratteggiato da Alessandro Ruggieri, docente di sceneggiatura e fumetto presso la Scuola romana dei fumetti. «Come molti autori di satira, Francesco Tullio-Altan fa storia a sé, non limitandosi ad associare il suo disegno ad un unico personaggio ed esprimendo liberamente il proprio punto di vista sulla società. Autore trasversale, intercetta mondi e lettori diversi tra loro, dalle pagine dei quotidiani ai libri per l’infanzia, fino alle opere a più ampio respiro». Volendo caratterizzare l’intero arco del suo percorso? «Altan attraversa molteplici strade narrative – replica Ruggieriaccomunate da uno sguardo apparentemente distaccato sulla storia, sull’attualità e sul comportamento umano. La caustica rassegnazione dell’operaio Cipputi, la spensierata ironia della Pimpa, la ridicola rilettura dell’impresa di Colombo sono solo alcuni memorabili esempi della sua capacità di declinare forme e contenuti del racconto per immagini».

Info: www.maxxi.art

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