Storie di grandi donne

Da Lillian Disney, che consigliò al marito Walt di chiamare il topo che aveva inventato Mickey (e non ”Mortimer mouse”), a Gela – soprannome di Elena Diakonova – modella, madre, assistente e manager di Salvador Dalì, del quale curò la carriera artistica. Da Sof’ja Tolstaja, consorte di Lev Tolstoj per il quale fu (anche) musa, infermiera e redattrice fino alla pittrice Margaret Keane, che dipinse per anni i quadri che il marito, Walter Keane, firmava obbligandola a restare in ombra (una storia dalla quale Tim Burton ha tratto il film Big eyes). E ancora, Marta Abba (l’amante di Luigi Pirandello), Anita Garibaldi e Honorine Morel, rispettivamente moglie di Giuseppe Garibaldi e Jules Verne. Sono solo alcuni dei ritratti di donne, che loro malgrado non diventarono mai note, scritti da Roberta Balestrucci Fancellu e illustrati da Susanna Gentili nel volume Storie di grandi uomini e delle grandi donne che li hanno resi tali (Hop edizioni, 128 pagine a colori, 15 euro). «Abbiamo stilato diverse liste e ogni volta che credevamo di aver trovato le nostre donne ne arrivava un’altra con una storia più forte, avvincente, che aveva da insegnarci qualcosa», spiega subito Balestrucci Fancellu, alla quale fa eco Gentili: «È stato fondamentale un notevole lavoro di ricerca, un’analisi profonda sui percorsi e sulle scelte di queste donne eccezionali».

Nel corso del lavoro, le due autrici hanno sviscerato le figure delle compagne di grandi artisti, scrittori o pittori, che in qualche maniera – non di rado in modo decisivo – hanno contribuito a decretarne il successo. Donne in grado di conciliare l’amore e il desiderio di realizzazione, alla luce di quella cura (tutta femminile) che muta, pazientemente, un’idea in un progetto concreto. Realizzabile. «Il confronto tra noi è stato enorme. Nella scelta finale, però, abbiamo cercato di raccontare soprattutto storie che per troppo tempo sono state sottovalutate», riprende Balestrucci Fancellu, secondo cui c’è stata, perlomeno in alcuni casi, «voglia di ridare dignità e valore a donne che, per lo più per voci di popolo, hanno visto negarsi certi diritti. Mi viene in mente la modella Kiki de Montparnasse, di cui raccontiamo la storia proprio partendo da un incontro in un luogo pubblico in cui, per la sua sfacciataggine, venne trattata come una prostituta». Da parte sua Gentili si dice particolarmente affezionata alla già citata Lillian Bounds, moglie di Walt Disney. «Le prime bozze, le prime prove colore, i primi schizzi sono tutti legati a lei. È stata la prima grande donna che ho deciso di disegnare tra le venti presenti nel libro. Inoltre, senza il suo intervento, non avremmo mai avuto Topolino, che io adoro». Quindi, riferendosi alla ”collega” di lavoro, evidenzia: «La disponibilità e la gentilezza di Roberta sono disarmanti. Amava osservare come i suoi racconti prendessero forma nelle illustrazioni e a me piaceva illustrare i suoi testi. È stato facile interfacciarmi con lei perché ad entrambe piaceva il lavoro svolto dall’altra». In parallelo, «vedere le donne che avevo raccontato prendere vita sulla carta grazie al lavoro di Susanna è stato emozionante. È riuscita a dare un’anima alle parole che avevo scritto, rendendole vive, senza mettere in secondo piano la figura dei mariti», incalza Balestrucci Fancellu. Un’avventura che ha visto le due donne crescere tanto insieme. E non è terminata con l’uscita del volume («anche perché ancora non ci conosciamo personalmente», concludono divertite).

Info: www.hopedizioni.com

 

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