Tris a Milano

Il sodalizio splendente tra Giampaolo Abbondio e Federico Luger prende corpo in Spazio 22 di via Sabotino a Milano, come uno straordinario merger che interseca le realtà di Galleria Pack e FL Gallery. A coronare e coordinare le diverse confluenze artistiche ci pensa il tris di mostre in scena fino al prossimo 28 maggio: dopo sette anni Galleria Pack espone gli imponenti scatti di Matteo Basilé della sua nuova personale Viaggio al centro della terra, dove le viscere terrose affiorano come inserti che sono ingrandimenti, frammenti, dettagli sovrapposti alla ricerca del senso ultimo della natura, della vita, del viaggio. Figure umane o carcasse di animali contornano il tempo sospeso seppur precario, che scorre inesorabile intrappolato nella sua logica entropica accarezzando l’espressività dei volti o investendo violentemente i luoghi come scenari apocalittici: il centro è il fulcro, la base, origine e termine della ricerca come dell’esistenza.

Alla corposa poesia visiva di Basilé si affianca senza fatica il lavoro del cubano Raúl Cordero con Words are wind, presentato per la prima volta a Milano da FL Gallery; le otto tele dipinte a olio raccontano la tradizione della pittura paesaggistica, che appare come un vero e proprio feticcio per l’artista, dando vita a una sorta di metapittura: la pittura parla dei suoi soggetti e dei suoi mezzi espressivi, i contorni di alberi, barche e abitazioni divengono dilatati, dispersi in un alone atemporale sebbene disturbato dallo scheletro di forme geometriche, simbolo di una contemporaneità necessaria e impellente che interviene incessantemente sul passato e impreziosite dalla forza della parola, nascosto in fugaci ed ermetiche parole come segni discreti di un divisionismo nuovo.

L’esposizione allargata si arricchisce attraverso una prestigiosa collaborazione con la Galleria Continua, che nelle sale di Spazio 22 presenta il lavoro di due artisti francesi diversi per età e percorso: Daniel Buren (1938) e Kader Attia (1970). Il veterano Buren presenta un’opera in situ, di cui lui stesso dichiara, in un testo del 1985: ”In situ, questa espressione, che ha accompagnato il mio lavoro in questi ultimi dieci anni, non significa solo che il lavoro è localizzato in un determinato luogo o in una determinata situazione, ma piuttosto il luogo e il lavoro in situ sono strettamente connessi e vincolati l’un l’altro. […] Lavoro in situ, nel senso più vicino a quello che intendo, potrebbe essere parafrasato come trasformazione del luogo ospite. La trasformazione del luogo viene raggiunta attraverso varie operazioni, compreso l’uso del mio strumento visuale”. Questa concatenazione inscindibile come influenza biunivoca tra opera e luogo determina dunque l’esistenza di più che solido ponte tra l’Io dell’artista e lo spettatore suggestionato dall’impressione visiva, secondo quanto asserito e sostenuto da Delacroix.

Attia, invece, così parla del suo lavoro: «Dopo aver trovato il primo pannello in un mercato marocchino, ho scoperto che mio padre, da ragazzo, usava pannelli simili per memorizzare i passaggi del Corano. In sostanza i Ketabs sono libri su cui i giovani scrivevano e riscrivevano testi sacri presi dal Corano, dovendoli poi imparare a memoria in modo da diventare persone brave e oneste. I pannelli venivano poi lucidati e immersi in una preparazione liquida di creta che, asciugandosi, creava uno strato impermeabile dove gli studenti potevano scrivere. I brani erano riscritti fino a quando non venivano memorizzati, solo in quel momento gli studenti erano autorizzati a lavare il pannello e ripetere il trattamento per scrivere ed imparare un nuovo testo» riferendosi in particolare all’opera Repair, Culture’s agency #2, presente in mostra tra le altre. Il culto per gli oggetti, veicoli e simboli espressivi di una gestualità spesso ossessiva e ripetitiva, si evince chiaramente anche nella scultura di un coltello spezzato che lascia intonsa una mela, nella bellezza preservata e persistente, pura nonostante tutto, che si annida ora in un marmoreo busto menomato, ora in fragili frammenti riuniti di una sfera volutamente imperfetta.

Info: www.spazio22.com

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