Alla scoperta dei Promessi sposi

Nel film I due carabinieri, gli esilaranti Carlo Verdone ed Enrico Montesano – impegnati nel test per entrare a far parte dell’Arma – si chiedono se Manzoni si chiamasse Alberto oppure Alessandro. Alla fine opteranno per il primo nome. Un errore imperdonabile, il loro, mentre l’idea di Wow spazio fumetto a Milano, quella di allestire una mostra trasversale dedicata a uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana – I promessi sposi di Alessandro Manzoni, è tutt’altro che sbagliata. Poiché presentare un’opera come questa, così come è stata raccontata, reinterpretata, ridotta e parodiata lungo 190 anni dall’illustrazione e dal fumetto, è una rilevante iniziativa formativa e ludica.

Aperta al pubblico dal 25 febbraio fino al 7 maggio, Alla scoperta dei Promessi sposi presenta un iter inedito e affascinante, guidando il visitatore alla scoperta del mondo di Manzoni narrato per immagini. Si parte dalla prima versione illustrata del capolavoro manzoniano – la cui edizione definitiva era già illustrata da Francesco Gonin nel 1840 – per passare poi a una lunga galleria di spassose parodie come le disneyane I promessi paperi e I promessi topi, quella con i Flintstones protagonisti oppure la più recente firmata da Marcello Toninelli. Realizzata in collaborazione con il Centro nazionale studi manzoniani, il Sistema museale urbano lecchese, la Civica raccolta di stampe Bertarelli, la biblioteca Sormani e Pixartprinting, la rassegna è consigliata a grandi e piccini, e prevede il coinvolgimento di numerose altre realtà culturali milanesi e lombarde, la proposta e la pubblicizzazione di ”percorsi manzoniani” e lo sviluppo di attività didattiche sul territorio.

Degne di particolare nota sono le sezioni dedicate alle più riuscite riduzioni serie a fumetti: dai preziosi originali di Domenico Natoli realizzati per la Magnesia S. Pellegrino (era il 1953) agli originali della versione disegnata da Paolo Piffarerio per Il Giornalino. In quest’ultimo contesto si inserisce la collaborazione del comune di Lecco, attraverso il prestito di 38 tavole, realizzate da Piffarerio, che nel 2013 le donò al comune per il Sistema museale urbano lecchese. «La mostra costituisce anche un’opportunità per aumentare nella nostra città il turismo culturale, una risorsa per stimolare nuovi itinerari, volti alla valorizzazione di beni culturali e ambientali», le parole dell’assessore alla cultura del comune di Lecco Simona Piazza.

E ancora, una sezione dedicata alla scoperta della Milano seicentesca e focus sul collezionismo, con in mostra una serie di cartoline tratte dalla pellicola di Eleuterio Rodolfi del 1913, fino alle storiche figurine Liebig, al cinema e agli sceneggiati tv con manifesti cinematografici e contributi video; dal film del 1941 con Gino Cervi allo storico sceneggiato Rai del 1967, fino al kolossal firmato da Salvatore Nocita nel 1989 nonché le diverse versioni dedicate alla monaca di Monza, parodie comprese.

Info: www.museowow.it

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