Guardare un film accoccolati sul divano, risolvere un piccolo litigio con un milk-shake alla vaniglia, camminare mano nella mano sotto la pioggia, superare una giornata negativa con un abbraccio. Piccoli, grandi (e mirati) momenti nella quotidianità di una coppia che l’autrice inglese Philippa Rice ha trasformato in un volume delizioso. Nel libro Soppy, una storia d’amore (Edizioni Bd, 120 pagine, 12 euro) c’è molto di autobiografico: infatti l’autrice racconta attraverso brevi storie e illustrazioni la sua relazione con il compagno, l’illustratore Luke Pearson (a cui dedica questo lavoro).
Ecco che i due si conoscono, si avvicinano e vanno ad abitare insieme. La convivenza li vede condividere gli spazi e le incombenze, nonché le situazioni di relax e – perché no – gli inevitabili momenti di crisi. Entrambi sono degli artisti e il loro tempo scorre soprattutto in casa, dove si destreggiano abilmente – e amabilmente – tra disegno, faccende e cibo. Scorrendo le oltre cento pagine scappa di certo un sorriso, ma Soppy non è un volume umoristico né un’opera incentrata sul mutamento/conflitto di coppia (seppur questi dettagli sono presenti). La sensazione è che Rice sia molto più interessata a descrivere la vita di coppia attraverso le sue innumerevoli sfaccettature, con particolare riguardo nei confronti di alcuni valori – la tenerezza, il rispetto e il supporto, l’accettazione l’uno dell’altra – a partire dalle piccole (ma non banali) interazioni di ogni giorno.
«L’amore ci fa desiderare di essere in due, di avere ”qualcuno dotato di una bocca cosicché lo si possa ascoltare, qualcuno con cui conversare cosicché possa accadere qualcosa”», le parole di Zygmunt Bauman, sociologo, filosofo e accademico polacco di origini ebraiche, in rimando a quanto espresso dal filosofo tedesco Franz Rosenzweig. Scomparso lo scorso 9 gennaio, Bauman in un’intervista a Repubblica rimarcava poi l’importanza di un amore «da affidare alle nostre cure, che ha bisogno di un impegno costante, di essere rigenerato, ricreato e resuscitato ogni giorno». Un messaggio sintetico e di grande attualità, condizioni che sono proprie anche di un lavoro come Soppy, la cui forza intrinseca sta nel togliere piuttosto che nell’aggiungere: non ci sono didascalie né pensieri e i dialoghi sono ridotti. Il disegno è composto da forme semplici e graziose, ma abbastanza dettagliato da creare un universo vivace.
L’attenzione è tutta sul rapporto di coppia e sulla quotidianità: non assistiamo al primo bacio tra Philippa e Luke, né a quando si dicono ti amo. E ancora, non vediamo quando i due decidono di vivere insieme né quando litigano. Li osserviamo, invece, mentre si stringono la mano al cinema oppure quando si danno la buonanotte via sms. Perché, come affermava il pittore tedesco Hans Hofmann, tra i più noti esponenti dell’espressionismo astratto, «la capacità di semplificare significa eliminare il superfluo in modo che sia la necessità a parlare».
Info: www.edizionibd.it