Ti prego rispondi

Roma

«Credo che, nella maggior parte dei casi, una spiegazione sia il minimo di ciò che meritiamo ma il massimo che dovremmo aspettarci. E questa è la verità». Un amore al momento di uno strappo drammatico, narrato con delicatezza da Kathryn Immonen, (da nubile Kathryn Kuder) sceneggiatrice di fumetti e webcomic, e da Stuart Immonen, fumettista e suo marito. Una coppia canadese – dunque, nella vita e nel lavoro – che ha dato vita a un racconto toccante, quello tra Olive e Red. Sono loro, infatti, i protagonisti di Ti prego, rispondi (Bao publishing, 176 pagine, 19 euro), una graphic novel che diventa, nel corso della lettura, un vero e proprio diario. Olive parte per un’escursione di studio («sarò all’archivio di san Vladimir per tutta la settimana. Chiama l’ufficio della chiesa se hai bisogno di me») e all’improvviso smette di dare notizie di sé. Red la aspetta a casa, insieme all’amato cane Pasha, e non sa come ritrovarla, rimanendo in attesa di un segnale che potrebbe non arrivare mai. Fin dalle prime pagine si avverte, netto, il grande legame che lega Olive e Red («tornerò sempre a casa», dice lei, sentendosi rispondere «ci conto. Perché non so che farei»), un sentimento che verrà messo a dura prova dalla successiva lontananza, con Olive che vaga in un bosco innevato dove il velivolo sul quale viaggiava è precipitato mentre Red, rimasto in città, la aspetta disorientato, sia che si trovi a non riuscire a finire un lavoro (risultano gratuite le offese del suo responsabile: «inutile pezzo di merda. Ho bisogno di quel pezzo adesso»), sia in attesa alla posta di ritirare un pacco oppure a casa seduto in terra, con la sola compagnia del fedele amico a quattro zampe («sento che ci ha lasciati, Pasha»). Certo, la lettura di questo romanzo a fumetti scorre facile, ed è tutto sommato godibile, ma la coppia di autori, nel tentativo di far sì che i protagonisti cerchino di mantenere in vita il loro amore – senza sapere, ovviamente, se mai si rivedranno – perde di vista alcune essenzialità. Si tratta di elementi, infatti, solo apparentemente banali, come far capire al lettore di che cosa si occupano Olive e Red (la prima è una ricercatrice, ma non viene detto di più, mentre con tutta probabilità lui è un critico d’arte). E ancora, da dove vengono? Come si sono conosciuti? Che cosa amano (e odiano) di sé stessi o l’uno dell’altra? Perché lui la aspetta passivamente e non si impegna a cercarla? Sono interrogativi che rimangono senza risposta – dei flashback avrebbero fatto “comodo” – ed è un peccato perché l’idea di base avrebbe potuto essere sviluppata meglio. La sensazione, invece, è quella di leggere una storia a metà, non completamente sviscerata, che evita (senza alcuna volontarietà) di fornire al lettore quegli elementi di decodifica che servono, in primis, a renderla “propria”. Un racconto che viaggia con il freno a mano tirato (ottimi, però, i disegni), e questo rammarica considerata l’esperienza degli autori.

Info: www.baopublishing.it

 

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