Da poco più di un anno esiste una piattaforma dedicata alla valorizzazione dei designers italiani. Si chiama IDA Italian Design agency ed è il risultato di un’idea di un trio di ragazzi, che, ispirati alla mission di valorizzare il talento made in Italy, hanno messo in piedi una serie di servizi di utilità strategica. Ne abbiamo parlato con il CEO del progetto, Francesco Santilli (nella foto a sinistra).
Come è nata la Italian Design Agency? Come vi siete trovati e cosa vi ha spinto alla creazione di questa innovativa realtà? «Eravamo in un bar a Roma, nel centro storico, a maggio del 2015. Mentre parlavamo dei talenti e delle bellezze del nostro paese davanti a un caffè Federico ha esordito ”e se provassimo a valorizzarli?”. Lì per lì ci siamo detti “perché no” e il lunedì successivo la piattaforma era già online in versione beta, ho ha buttato giù un business plan e siamo partiti. Eravamo pieni di energia e questo ci ha aiutato con i tempi perché ci ha permesso di essere rapidissimi e non sentire la fatica».
Che servizi offrite ai designer? «Agency: Match making tra domanda ed offerta; University: promozione dei migliori corsi di Italian Design delle migliori Università; Venture: con la nostra campagna #IHAVEADREAM supportiamo i più interessanti sogni degli Italian Designer; Magazine: attraverso una cross contamination strategy delle varie sezioni di IDA, raccontiamo tutto ciò che sappiamo del Design Made in Italy. IDA è la prima startup che offre il design Made In Italy al mondo. È un’idea semplice e forte che nessuno ha mai messo in pratica. Il manifesto di IDA si fonda su: innovazione – offrire un servizio ad oggi non presente nel Mondo; qualità – possibilità di scegliere da un ampia gamma di offerta; tempi – rispetto dei tempi grazie a un servizio di Project Management IDA sull’operato dei Designer; obiettivi – Sistema di penalty per il Designer che garantisce lo sviluppo del progetto di Design; globale – team commerciale geo-localizzato nei mercati di interesse con garanzia di maggior presidio; facile – facilità del nome del progetto (italiandesignagency.com) garantisce ottimi risultati di SEO».
Come siete organizzati? «Io sono il CEO dell’azienda perciò sono responsabile del generale andamento del progetto. Federico Baldelli è il CTO, quindi si occupa del prodotto IT e di tutto quello che riguarda il digital marketing che ci garantisce un ottimo ranking nei motori di ricerca grazie ad attività di SEO e SEM. Dario Martelli è il nostro CMO e Direttore del Magazine, che fin dal lancio negli scorsi mesi ha subito avuto ottimi risultati in termini di visibilità. Nel mondo sono presenti i nostri Ambassadors che hanno la missione di stimolare i mercati locali. IDA è un progetto mondiale perciò per il successo è necessario perseguire una strategia di glocalizzazione: ”Think globally, act locally”».
Che risposta state avendo dal mercato? «Ottima direi. Siamo uno in prima pagina nei motori di ricerca quando viene digitato ”Italian design”. Riceviamo contatti per sviluppo di progetto da molte parti del Mondo. Abbiamo collezionato più di 400 realtà di Design Made in Italy di elevata qualità e stabilito ottimi rapporti di collaborazione con le migliori Università Italiane di Design».
Qual è il percepito sul design italiano oggi? «Il made in Italy è una definizione di stile riconosciuta a livello internazionale, ma i mercati esteri tendono spesso ad associare il design italiano con i marchi del lusso affermati. Dunque, far sì che i mercati stranieri s’interessino a designer italiani giovani e sconosciuti è un compito molto complesso. Il design italiano è molto più che loghi famosi: è artigianato, qualità, cura, passione e un mix di tradizione e innovazione. IDA cerca di lavorare su questo concetto ed esportarlo nel Mondo».
Il vostro sito apre con il messaggio ”I want to hire a designer made in Italy”. Quanto è forte e motivata questa domanda dall’estero? «I clienti che ci contattano hanno una forte motivazione per questo bisogno. Per noi è stato un messaggio semplice per far capire al cliente che siamo in grado di fornire il miglior designer Made in Italy per le sue necessità progettuali».
Cosa pensate che dovrebbe migliorare il sistema formativo italiano per rendere i designer italiani ancora più competitivi? «IDA è la risposta ad un servizio che non era presente in maniera adeguata. Made in Italy è il terzo brand al Mondo dopo Cocacola e Visa. A nostro avviso servirebbe una maggiore promozione anche da parte delle Istituzioni. Nulla esclude che un domani IDA possa collaborare insieme al Paese per creare un format ancora più forte ed esclusivo».