Tu chiamale, se vuoi, emozioni. Quelle che restituisce la lettura di Wish you were here – Syd Barrett e i Pink Floyd, l’intensa graphic novel scritta da Danilo Deninotti e illustrata da Luca Lenci – con i colori nero e rosa, quasi a tratteggiare la trasversalità del suo protagonista. Il volume (Bd edizioni, 96 pagine, 13.90 euro) esplicita, fin dal titolo, la volontà di raccontare la vita del noto ed enigmatico musicista inglese (Barrett è ritenuto uno dei migliori della sua generazione), che fondò i Pink Floyd nel 1965 assieme a Nick Mason, Roger Waters, Richard Wright e Bob Klose, e che venne sostituito da David Gilmour tre anni dopo, a causa della sua sempre più inarrestabile autoemarginazione. «Droga, stress e l’incapacità di vedere la propria arte come prodotto lo stanno portando sul baratro», si legge nella presentazione del libro dedicato ad un “genio maledetto”, come lo tratteggiano in molti tra fan e appassionati. «Odio questo termine e l’uso indiscriminato che se ne fa», interviene subito Deninotti, che invece definisce Barrett, scomparso nel 2006 all’età di 60 anni, «un talento straripante e unico. Un pozzo di idee e intuizioni, a cui altri – i Pink Floyd senza di lui in primis – hanno attinto, ripreso e lavorato nei decenni successivi».
Dopo aver firmato la graphic novel Kurt Cobain – Quando ero un alieno – «lui e Barrett sono state figure mosse da una volontà creatrice fuori dal comune. Entrambi graziati da un talento che li ha spinti a vette che solo loro potevano raggiungere, ma che li ha anche condannati», precisa l’autore – Deninotti spiega la genesi di Wish you were: «C’era la voglia di continuare da dove avevo interrotto la storia di Cobain. Quel libro parlava del periodo precedente al successo, questo invece racconta quello che accade, o può accadere, dopo che una band inizia ad averlo». Quindi la difficoltà, già sperimentata, di lavorare su un progetto biografico. «In questi casi la prima complessità è la parte di pre-produzione fatta di studio e di ricerca sulla storia del personaggio, ma anche di selezione e incastro dei momenti chiave della vicenda che possano sostenere il significato, o il tema di fondo su cui si vuole incentrare il racconto», spiega. E in merito al lavoro a quattro mani con Lenci, lo sceneggiatore precisa che «un impegno del genere necessita di un alto grado di complicità con il disegnatore, e in questo caso sono stato fortunato. Luca è davvero bravo». Il risultato è un volume che punta su dialoghi breve e narrazione veloce, dal ritmo incalzante, accompagnati da immagini realizzate con un tratto deciso, ricercato ma essenziale. Proprio come Barrett. «Spero che Wish you were venga apprezzato anche da chi non ama i Pink Floyd. La mia sfida, infatti, è quella di raccontare storie capaci di far esplorare un tema – come l’assenza o la distanza – attraverso la narrazione, le scelte visive e di messa in scena della tavola», conclude Deninotti. Info: www.edizionibd.it