Caso Montani, parla Fabbri

Roma

Continua la querelle relativa alla notizia che Inside Art ha dato in esclusiva la settimana scorsa, relativa all’interruzione anticipata della mostra dell’artista Matteo Montani alla Giacomo Guidi di Milano (per leggere la notizia clicca qui). La pubblicazione ha avviato un dibattito sulla nostra testata tra le parti in causa, dando modo di apprendere molti retroscena sulle strategie adottate dal gallerista romano, a partire dalla sua decisione di dismettere la sede milanese della sua galleria per concentrarsi solo su quella romana di Trastevere, aperta a settembre, da dedicare, peraltro, non solo all’arte contemporanea, ma anche a eventi di cucina, design, moda e letteratura.
Ma a quanto pare la chiusura dello spazio milanese della Giacomo Guidi sarebbe dovuta non solo a scelte strategiche. E a confermarlo è Renata Fabbri (in foto), gallerista della Fabbri Contemporary Art, la galleria che rappresentava Giacomo Guidi a Milano.

LE ORIGINI
Un anno e mezzo fa Fabbri Contemporary Art ha annunciato di avviare una collaborazione con la Galleria Giacomo Guidi di Roma e in quell’occasione gli intenti dichiarati da Renata Fabbri erano stati ispirati dalle migliori aspettative. La Fabbri, infatti, aveva dichiarato: «Giacomo Guidi rappresenta il partner ideale con il quale proseguire e ampliare il percorso e le competenze maturate in questi quattro anni con Fabbri Contemporary Art; Giacomo e io abbiamo la stessa visione del mondo dell’arte contemporanea e del collezionismo e condividiamo una passione profonda per il nostro lavoro di ricerca e di proposta di tutto ciò che è qualità e innovazione nell’espressione artistica contemporanea. Sono certa che l’arrivo di Giacomo Guidi a Milano arricchirà la nostra piazza di nuovi stimoli e sono orgogliosa di essere parte di questo progetto». La galleria di Milano, pertanto, non è mai stata di proprietà di Giacomo Guidi: «Il nostro – spiega la Fabbri – era un rapporto di rappresentanza cioé Fabbri Contemporary Art rappresentava Giacomo Guidi a Milano».

LA ROTTURA
«Ho ospitato diverse mostre – spiega a Inside Art Renata Fabbri – tra cui recentemente un evento di moda di una giovane stilista romana, nonostante non venga riconosciuta la trasversalità degli eventi alla galleria milanese. Purtroppo in ottobre, proprio a ridosso dell’opening della mostra di Matteo Montani, le reiterate inadempienze contrattuali mi hanno costretta a risolvere il contratto di rappresentanza con Giacomo Guidi. Pertanto – conclude la gallerista – la fine della collaborazione con Giacomo Guidi è stata una scelta obbligata per Fabbri Contemporary Art». Quanto al futuro, la Fabbri assicura che questo episodio non compromette la programmazione della sua galleria. Anzi, presto saranno annunciate le prossime attività: «A breve arriveranno notizie. Riprenderò le mie attività con una programmazione interessante portando avanti le attività della galleria iniziate nel 2009».

LA VERSIONE DI GIACOMO GUIDI
Parlando a Inside Art, Giacomo Guidi la scorsa settimana, invece, nello spiegare i motivi che avevano portato la galleria a interrompere la mostra di Montani spiegava: «La decisione di chiudere la mostra di  Montani in anticipo non dipende da problemi con l’artista. La sua mostra è capitata in un momento di transizione per la nostra galleria: stiamo infatti chiudendo la sede milanese per stabilirci in quella romana, il vero cuore pulsante della nostra realtà». E ha aggiunto: «Non c’era da parte mia la volontà di fare incappare l’artista in questa situazione – ha chiarito Guidi – ma cose di questo tipo possono capitare. Il rapporto artista-gallerista è denso di momenti di nervosismo o incomprensioni, che si alternano a grandi soddisfazioni e successi». E aveva garantito di avere come intento quello di ospitare una mostra di Montani nel nuovo spazio romano della sua galleria. (Per leggere l’intervista clicca qui).

A FARNE LE SPESE, L’ARTISTA
Una versione, quella data da Guidi, che anche l’artista aveva trovato poco condivisibile. Montani, che per primo aveva reso pubblica la decisione della galleria di chiudere anticipatamente la sua mostra, nel motivare questa scelta aveva parlato di profondi contrasti etici e professionali che non hanno consentito una sana e continuativa collaborazione con Guidi. E, tornando sulla vicenda, ha tenuto a ribadire che la decisione di terminare la mostra è stata presa da lui, e non da Guidi.

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