Metal cats

Sono coperti di tatuaggi e di piercing, portano i capelli lunghi (i più fortunati), fumano di tutto e ingurgitano fiumi di birra, la musica che ascoltano – e che spesso suonano – è talmente di impatto che un concerto dei Black Sabbath in un asilo nido è roba da mammolette. Allo stesso tempo, però, sotto la scorza da duri, la maggioranza dei metallari cela un cuore d’oro. E un amore sconfinato, verso gli amici felini, che è stato immortalato da Alexandra Crockett nel volume fotografico Metal cats (Powerhouse books, 136 pagine, 12.95 dollari), in vendita anche su Amazon (parte dei ricavati viene devoluta ad una associazione che si prende cura degli animali abbandonati). Nello specifico l’artista – lei stessa musicista – una statunitense della periferia di Chicago, ha selezionato, con particolare cura e passione, esponenti di gruppi emblematici della scena metal, che si sono divertiti a posare in compagnia dei loro inseparabili compagni a quattro zampe. Black goat, Thrones, Isis, Lightning swords of death, Book of black earth, Skarp, Harassor, Akimbo, Aldebaran, Atriarch, Oak, Ghoul, Ludicra, Holy grail, Xasthur, Cattle decapitation, Murder construct, Exhumed, Morbid angel, Municipal waste, Skeletonwitch, Gypsyhawk, Nausea, Phobia, Napalm death.

Certo, ai più i nomi poco rassicuranti di queste band – che spesso nel corso degli anni hanno cambiato numerosi membri, compresi i fondatori – non dice molto, ma per gli appassionati del genere, soprattutto per i fan del grindcore e del death metal, sono delle vere e proprie istituzioni musicali. Gruppi molto noti che si sono prestati volentieri alla causa. Spesso le cronache portano alla ribalta casi di gatti torturati e uccisi, magari sacrificati nel corso di messe nere. Metal cats è un volume lontano anni luce da quel mondo deviato: l’intento della Crockett, infatti, è sia quello di dire basta a qualsiasi forma di violenza contro gli animali, immortalando numerosi artisti in compagnia dei loro mici, sia di rompere il tabù attorno alla cultura metal, spesso descritta come violenta e scevra di ogni forma estetica. «Più di ogni cosa mi piaceva mostrare che questi gatti vivono in perfetta simbiosi con i loro “padroni”, dai quali sono coccolati e vezzeggiati», spiega la fotografa. Le vere star, fortunatamente, sono diventate proprio loro. Info: www.powerhousebooks.com

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