Veronica Maccari, Flussi

1969, Roma, Ugo Mulas porta la macchina fotografica al palazzo delle Esposizioni dove Achille Bonito Oliva presenta Vitalità del negativo. Mulas non trova grandi difficoltà nel raccontare le opere, gli artisti, il percorso, almeno fino alla stanza di Jannis Kounellis. All’angolo di quattro mura un pianista suona un pezzo del Nabucco di Verdi rivisto dallo stesso artista per non avere inizio e fine. Mulas intuisce l’unico modo che ha di raccontare quell’opera temporale e non visibile: scattare 36 foto, tante quante ne contiene un rullino, al pianista mentre suona il piano. Il risultato sono 36 pose identiche ordinate in 6 file per 6 scatti ciascuno, l’esito è insomma una dimensione visiva di un evento temporale.

1969, Milano, David Lamelas porta la macchina fotografica all’incrocio di due vie della città. Non ha un soggetto da immortalare ma un tempo da registrare. Ogni cinque minuti, Lamelas scatta. Caso e tempo sono uniti in matrimonio dal progetto Gente di Milano.

2013, Ancona, Veronica Maccari nel suo progetto Flussi, ora al Bitume photofest, unisce la presentazione di Mulas differendo da questo per numero di scatti e l’idea dietro Lamelas. La città, una macchinetta, 25 secondi, il caso e lo scatto che lo immortala. Un minuto e due secondi sono il tempo che Maccari rappresenta nelle sue griglie dove di nuovo la ricerca è sul sogno della fotografia di non gelare il mondo come, per dirla con Poe, quello della falena è alla luna per la poesia.

Info: www.behance.net/veronica_maccari