L’innocenza di Kurt

«Kurt lo sapeva. La fucilata con cui si è tolto la vita, quel suo ultimo gesto rilanciato da tutti i media del mondo occidentale, l’avrebbe proiettato diretto nell’Olimpo degli immortali assieme ai giganti del rock, assieme ai martiri del nostro tempo. Ma in questo libro Cobain non è una star; è un bambino dolcissimo e sensibile, pieno di voglia di vivere, accompagnato ovunque dal suo più grande compagno, l’amico immaginario Boddah». Scrive così Fabrizio Toffolo, fondatore e leader della band Tre allegri ragazzi morti, nella sua prefazione (La malinconia è rivoluzionaria) del volume Nevermind edito da Rizzoli Lizard (96 pagine, 13 euro).

A cercare di raccontare in un fumetto l’impatto, tanto forte quanto doloroso, che l’ex leader dei Nirvana morto suicida il 5 aprile del 1994 all’età di ventisette anni ha avuto con la vita adulta, ci hanno provato davvero in tanti. Nessuno, però, ha mai intrapreso la strada di Andrea Paggiaro, in arte Tuono Pettinato. Il fumettista classe 1976, infatti, ha deciso di condurre il lettore attraverso tutti gli stadi della vita dell’uomo simbolo del grunge: da bambino iperattivo ad adolescente difficile e carico di rabbia; da entusiasta del punk a musicista originale; da rockstar anticonformista a disadattato schiavo di dipendenze e paure, fino al drammatico epilogo con cui ha scelto di andarsene («E giuro che non ho un fucile; no, io non ho un fucile», cantava nel brano Come as you are).

Soprattutto, Paggiaro tratteggia il bambino Kurt, ovvero tutto ciò che è stato prima diventare la star internazionale e influente (nel bene e nel male) che tutti conosciamo, affiancandogli il suo amico immaginario Boddah, il tigrotto che ha l’aspetto di Hobbes (Calvin and Hobbes è la nota striscia a fumetti ideata e disegnata dallo statunitense Bill Watterson), protagonista assoluto fino alla fine. Spiega l’autore: « Credo che la maniera migliore per affrontare un personaggio così complesso e iconico come Kurt sia quella di dare un taglio personale. Alcuni aspetti della sua storia mi interessavano particolarmente: la ricerca dell’insensibilità, tramite il punk, le droghe e il concetto del Nirvana buddista, da parte di un ragazzo troppo sensibile per il mondo dov’era cresciuto». Info: www.rizzoli-lizard.com

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