Erni, un visionario ultracentenario

Per Hans Erni, il grande visionario della moderna pittura svizzera, è da poco scoccato il centocinquesimo compleanno che lo ha visto come ogni mattina entrare nel suo studio con l’immancabile tuta bianca per tracciare sul foglio linee divenute inconfondibili immagini. Erni appartiene infatti alla stirpe degli uomini che cercano, è tra coloro che non si accontentano di registrare i meri dati esistenziali che accompagnano la vita quotidiana, per cercare dentro di sé, nel proprio microcosmo, le ragioni dell’essere e i modi per esprimere il senso caparbio di una ricerca senza pause ne approdi definitivi, che è la ragione stessa della vita dell’uomo. Come gli altri esploratori della mente, l’artista lucernese segue suoi particolarissimi tracciati che si avvalgono di percorsi assolutamente personali, alimentati da una costante tensione interiore che è al tempo stesso passione e dedizione per la pittura.

In questa ricerca Erni è solo: immagina, agisce, crea da solo, nella dimensione dilatata del pensiero, in un luogo e tempo che non sono quelli definiti da coordinate usuali, per immergersi nello sfaccettato universo della conoscenza. Con ogni probabilità Erni rifuggirebbe e non si riconoscerebbe in questa affascinata interpretazione di sapore prometeico preferendo presentare se stesso semplicemente come un pittore, un costruttore di immagini che diffida di rimandi troppo allargati per affidarsi alla pratica quotidiana e schiva del far pittura, del realizzare ogni singolo dipinto come frutto di una ben determinata situazione. Ma al di là di ogni considerazione la sua arte possiede lo straordinario e rarissimo pregio di essere contemporaneamente moderna e popolare. Popolare per la chiarezza del linguaggio che esalta la forza comunicativa del disegno e per l’attualità delle tematiche affrontate che le rendono subito comprensibile. Moderna perché l’artista nel corso dei decenni ha saputo confrontarsi con movimenti e correnti che hanno caratterizzato la pittura del XX secolo. Un’arte sempre e immediatamente riconoscibile, costantemente rivolta, anche nei momenti di adesione ad un ordine geometrico e alle composizioni astratte, ad un ricupero nuovo e coraggioso della figurazione, attraverso corpo umano, il nudo, il ritratto.

Nelle sue opere è innegabile una tensione al “classico”, un desiderio di armonia nella dialettica sempre presente e attiva fra incalzare di avvenimenti, forte partecipazione emozionale e attenzione alla sensorialità che ne attesta la piena appartenenza alla contemporaneità. Per penetrare la complessità e la ricchezza dell’ arte di Erni occorre compiere un poderoso salto a ritroso per calarsi nel clima fervido della Parigi dei primi decenni del secolo, allorché il giovane lucernese, nel 1928, non ancora ventenne sbarca nella capitale francese. Il primo di una serie di soggiorni, più o meno lunghi e diversamente fruttuosi. Poco stimolante l’insegnamento all’Académie Julian, sebbene vinca il concorso con il suo Nu féminin assis, ben più proficue le visite ai musei, il Louvre soprattutto, e gli incontri con i protagonisti delle avanguardie storiche. Ad interessarlo sono gli esiti del cubismo sintetico di Picasso e Braque come pure l’altissima qualità del tratto del maestro spagnolo portato al’estrema purezza nelle incisioni. Una linea essenziale, espressiva ed elegante, di matrice classica in sintonia con sentire di Erni, affascinato dal disegno […].

In rapida successione sviluppa nel dopoguerra i principali temi della sua poetica, che pur con connotazioni e accenti diversi, costituiranno il corpus pittorico dell’artista ormai assurto a grande popolarità in Svizzera, in grado comunque di dividere l’opinione pubblica proprio per quella sua facilità ed eleganza del tratto che, avversata da parte della critica, tanto affascina i suoi estimatori. La denuncia della violenza e dell’ingiustizia, la curiosità nei confronti della scienza e dell’ecologia, l’attenzione per la coppia e la famiglia, per la mitologia e lo sport, l’interesse per la storia, l’ammirazione per i grandi personaggi, per la natura e gli animali, la contemplazione dei maestosi paesaggi alpini e della natura, l’incontro con le culture di paesi lontani, rappresentano le componenti prevalenti del pensiero artistico di Erni. Riflessioni di un artista schierato, spesso all’origine di dipinti politicamente profilati che la cultura ufficiale e numerose istituzioni non apprezzano. Il suo essere uomo di sinistra gli preclude importanti occasioni espositive. Più volte oggetto di critiche ideologiche, viene progressivamente isolato, specie nella Svizzera tedesca. Coerente con le proprie idee Erni prosegue tuttavia le battaglie per la pace e per una maggiore giustizia sociale. Crede fermamente in un ideale d’umanismo sociale al quale l’artista deve contribuire con il proprio impegno. Un’opera non deve solamente essere una creazione artistica ma anche un manifesto intellettuale. Tuttavia col mutare del panorama politico le grandi pitture ideologiche lasciano progressivamente spazio alla dimensione umana, ad una quotidianità sempre più instabile e fragile, minacciata da un progresso che sembra sfuggire al nostro controllo […].

I suoi ritratti scavano a fondo la complessità psicologica e gli stati d’animo delle persone. Celebrano l’erotismo, non rifuggono il senso doloroso della solitudine, esaltano la famiglia e gli affetti, l’amore filiale ma anche il disorientamento dell’uomo di fronte ad un futuro incerto e minaccioso, i suoi timori, la sua speranza in un mondo migliore. Quella di Erni è un’arte per certi aspetti simbolica e concettuale che, in modo del tutto moderno, prendendo spunto dal mondo esteriore si addentra nelle pieghe dell’animo umano, nella dimensione spirituale. Lo fa, e in questo risiedono la sua forza e la sua unicità, senza rinunciare al tradizionale fascino visivo della pura pittura. Per questa ragione la fama di Erni abita forse meno nei contenuti e nel tenore dei messaggi che cerca di trasmettere quanto nelle sue congenite capacità di pittore e disegnatore, nella pulizia del tratto, nella perfezione delle linee, nella perizia esecutiva, nell’intenso senso di bellezza che emana dalle sue opere Un artista al tempo stesso popolare, di grande notorietà eppure forse proprio per questo non sufficientemente indagato. Il suo universo immaginifico sembra costituire un’utopia personale, segnata dal suo ideale umanista e rappresenta ai giorni nostri, in cui tutti i sogni sembrano essere svaniti, un elemento apparentemente anacronistico. Nel trapassare dal motivo dichiarato ai suoi molteplici rimandi, alla sua complessità simbolica, l’artista riafferma con convinzione l’assolutezza di una pittura in divenire, rivelatrice inattesa di ulteriori sviluppi e significazioni. Tuttavia alla base di ogni invenzione si ritrova sempre la serenità di spirito che Erni ha saputo conquistare e salvaguardare in questi decenni di splendida di avventura, sorretto da una forza creativa mai venuta meno, nemmeno in tarda età.

Rudy Chiappini, estratto dal catalogo, cortesia dell’autore. Hans Erni, il grande visionario della pittura svizzera, a cura dell’autore, fino al 17 agosto, Pinacoteca comunale Casa Rusca, piazza Sant’Antonio 1, Locarno (Svizzera). Info: www.hans-erni.ch.