Rubygate a fumetti

«La ricostruzione delle storie contenute in questo libro si basa su documenti, rapporti, intercettazioni e testimonianze che sono state ritenute veritiere dai giudici che hanno condannato in primo grado Silvio Berlusconi, Emilio Fede e Lele Mora a sette anni di carcere, Nicole Minetti a cinque. Va naturalmente ricordato che per tutti permane la presunzione d’innocenza fino all’ultimo grado di giudizio». Così l’introduzione dell’inchiesta giornalistica a fumetti Ruby, sesso e potere ad Arcore (152 pagine, 15 euro), scritto dal giornalista Gianni Barbacetto insieme alla cronista di giudiziaria Manuela D’Alessandro, – disegni in bianco e nero del fumettista e sceneggiatore Luca Ferrara – e pubblicato dalla casa editrice Round Robin. Il Rubygate segna la fine di un’epoca. Il “sistema” che le inchieste giudiziarie non sono state in grado di scoperchiare in oltre vent’anni di accuse per evasione fiscale, corruzione, relazioni mafiose e conflitti di interesse, viene scardinato in una sola notte, la notte del tracollo. Un punto di non ritorno che ha un nome e cognome – Karima El Mahroug – giovanissima marocchina rimbalzata alle cronache per la sua “presunta” parentela con Hosni Mubarak; ai tempi dei fatti minorenne, la ragazza, dopo essere stata fermata dalle forze dell’ordine per una serie di intemperanze, sarebbe stata rilasciata su pressione dell’allora premier Berlusconi, che l’avrebbe indicata come nipote dell’ex presidente egiziano.

Una vicenda intricata, piena di ombre, come spiega anche Ferrara sulle pagine del suo blog: « Il nostro scopo è fare luce su una vicenda ancora confusa, dall’arrivo a Milano di una ragazza disposta a tutto, al suo incontro con la persona più potente d’Italia. Un momento folgorante che porta l’allora presidente del Consiglio a compiere la mossa sbagliata e ad abusare della sua posizione, scoperchiando un vaso di Pandora pieno di tutti i “demoni” scatenati dal suo delirio di onnipotenza». La vicenda, assai delicata, raccontata attraverso i disegni ma basata nella sua narrazione sugli atti giudiziari – alcuni dei quali riportati nel volume, dove si trova anche una minuziosa cronologia degli avvenimenti –, mostra come nel presunto scandalo delle serate si muovano «personaggi inquietanti che entrano a corte come amici, pur nuotando nel mondo torbido della coca e del denaro facile», spiegano gli autori. Che aggiungono: «Ci sono giornalisti e politici, capi di governo stranieri e manager, impresari discutibili e soubrette arriviste. Nel Rubygate c’è il cuore del berlusconismo e del desiderio di molti». Un’esplosiva miscela di sesso e potere all’ombra di Villa San Martino.

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