Il nuovo spazio di Anna Marra

La galleria Anna Marra contemporanea, nascosta tra gli ingarbugliati e stretti vicoli dell’antico quartiere ebraico di Roma, ha inaugurato il 31 gennaio con una coppia curatore-artista di alto valore e un’affluenza massiccia di ospiti. L’intraprendente e determinata collezionista, Anna Marra, è cresciuta al fianco di Mara Coccia, una “promoter dell’arte” attiva fin dai primi anni ’60 e, a partire da quella esperienza altamente formativa, ha fondato il suo percorso autonomo. Guidata dall’obbiettivo di valorizzare, promuovere e diffondere l’arte italiana di qualità, anche all’estero, dimostra una determinazione fondamentale per affrontare la complessa condizione economica e culturale attuale.

Il suo nuovo spazio, collocato al piano terra di via San’angelo in Pescheria, si snoda su più livelli ed è dotato di un piccolo cortile sul retro: una location suggestiva, perfetta per ospitare i canestri da basket luminosi di Giovanni Albanese. La personale dell’artista pugliese, curata da Achille Bonito Oliva, è la prima delle tre mostre legate dalla comune attenzione alla materia, che la galleria ha in programma. Il metallo è preponderante negli assemblaggi di Albanese, artista e regista nato a Bari nel 1955. Laureato in architettura è ora titolare della cattedra di decorazione all’accademia di Belle arti di Roma ed è conosciuto da molti per la sua partecipazione alla 54a Biennale di Venezia del 2011 nonché per il film Senza arte né parte, uscito nello stesso anno. Disponibile e gentile, Albanese parla volentieri dei suoi lavori. Questi partono dalla selezione di un oggetto che lascia decantare nel suo studio, aspettando che, insieme alla materia, gli parli.

I suoi lavori sono macchine dalla forte carica evocativa, nelle quali l’oggetto, carico di suggestioni e portatore di un bagaglio di memorie legate al vissuto quotidiano di ognuno di noi, mantiene la sua identità pur se assemblato con gli altri e caricato di nuovo significato. Albanese mette in campo la storia quotidiana del nostro paese, attraverso oggetti semplici, comuni, quotidiani, portatori di memoria plurisfacettata. Pazzo (2012) e Professionista (2012) sono le due sculture/assemblaggi che accolgono lo spettatore nella prima delle due sale della galleria. Un vecchio vogatore in legno, un abbeveratoio in ferro, una luce stroboscopica in plastica e un arco di ferro con dei piedi si trasformano in un professionista di oggi; con la lingua di fuori, stremato dalla fatica, dalle accecanti e martellanti occupazioni dell’oggi. Una vita difficile (2012) è composto da una vecchia carrozzina in ferro in salita su una rotaia in fiamme. Tante le allusioni che giungono alla mente e molteplici le letture che si possono attribuire agli accattivanti lavori di Albanese.

Quattrocento piccoli coccodrilli in alluminio, realizzati con l’antica ed elaborata tecnica scultorea della cera persa, compongono invece la grande installazione Caimano (2011). Un lavoro «etico ed estetico allo stesso tempo», come dichiara l’artista alludendo alla classe politica attuale che eccende prepotentemente i limiti etici del potere. I vecchi telefoni a disco della Sip, dove si infilava un dito per comporre lentamente il numero, una piccola bomba a mano, quaranta chiavi in ottone (provenienti dal carcere romano di Rebibbia) sono altri oggetti scelti per comporre queste macchine eloquenti. Albanese, come sottolinea Abo nel catalogo pubblicato per la mostra, fa uso della “tecnologia con un atteggiamento ludico-ironico” riuscendo a trasportare gli oggetti di cui si serve “nello spazio animato della rappresentazione”. Dunque, l’arma vincente dell’artista sta nel saper attivare un dialogo non solo tra gli oggetti ma tra questi e lo spettatore trascinandolo emotivamente nella scena del “set cinematografico”, come lo chiama Bonito Oliva.

fino al 30 marzo

Anna Marra contemporanea, via San’Angelo in Pescheria ,Roma

info: www.annamarracontemporanea.it

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foto di Sebastiano Luciano