La vita in scatole di cartone

Dove vai è la collettiva di sette artisti presentata allo spazio Smart revolution di Verona. La mostra gioca sul trasloco di idee e direzioni artistiche, un viaggio oltre l’orizzonte fisico delle cose, nella ricerca assoluta di concretezza affettiva. Ascoltare e accettare le semplici realtà quotidiane mescolate con i sogni nascosti nel nostro ideale perfetto. 156 scatole, scrigni di personalità dei protagonisti: Francesca Amato Aragon,12 traslochi, Stefano Buro, 5 traslochi, Matia Chincarini, 17 traslochi, Marco Crinelli, 3 traslochi, Mattia Lorenzoni, 5 traslochi, Ruggero Mantovani, 5 traslochi e la stessa artista/curatrice Elena Mazzi, 12 traslochi.

Il trasloco rappresenta un momento vivo di ogni persona, fatto di ricordi, fatiche, gioie e solitudini. Una scelta che lascia il cattivo per il buono ma speso viceversa porta negatività e momenti difficili, comunque importanti che aiutano a crescere per renderci più forti, con il cuore pronto a ogni storia. Così personale che ogni artista lo ha interpretato rendendolo unico, con oggetti, emozioni ma anche con parole, dette, scritte e marcate come un sigillo unico su cera. Un dialogo che loro stessi fanno con il proprio Io, una riflessione che poi porta a delle risposte chiare e immediate. Per Ruggero Mantovani, ad esempio, «qualcuno che non conosco ha lasciato sei mensole bianche sopra un cassonetto. Forse stava traslocando. Le mensole erano in buone condizioni. Sono state in una nuova casa, per un po’, poi hanno vissuto nel retro di un’auto, in un magazzino, in un’altra casa, e ora sono qui. Spero che il loro viaggio continui per tanto tempo e altrettanti luoghi. Dove vai? Vado avanti. Vorrei una sola meta, chiara e precisa. Se l’avessi arriverei prima. Vorrei anche essere ubiquo. Cosa porti con te? Le persone care, e i valori che non voglio abbandonare».

O ancora Francesca Amato Arragon, «nel trasloco si sposta la vita imballata come un set di bicchieri. Con la confusione qualcosa si rompe. Elimini l’inutile poi ritrovi l’impossibile. E fa così male se un ricordo ti cade sul piede… Mille scatole. Pronte a partire per ogni dove, vista l’aria instabile. Come Giacometti in tempo di guerra, penso a sculture portatili metto in tasca i pensieri ti invio le idee in busta chiusa. Dove vai? Laggiù, in una misteriosa località senza nome dove i sassi parlano ed è sempre estate. Cosa porti con te? Una mappa sette fotografie due lettere d’amore per ritrovare tutto in caso mi perdessi. La conchiglia che ho al collo perché l’ho presa al mare devo restituirla. Uno stereo fotovoltaico lo spazzolino da denti forse il vestito più bello».

fino al 17 luglio

Spazio Smart revolution, via Ponte Pietra 21, Verona

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