Montaggio delle attrazioni è una mostra collettiva alla galleria L’attico di Roma che unisce artisti molto diversi fra loro ma con un fondamento comune. Il titolo dell’esposizione trae ispirazione dalla definizione che Sergej Ėjzenštejn, regista russo, ha dato riguardo al suo cinema. L’allestimento è curato proprio tenendo presente questo faro e l’evoluzione nella materializzazione dell’arte, come dichiara il gallerista e curatore Fabio Sargentini: «È pur vero che il modo di allestire le mostre non può essere più lo stesso dopo il consolidamento dell’installazione come nuova forma d’arte. Essa è sì la provvidenziale foglia di fico, il comodo escamotage cui ricorrono tanti sedicenti artisti. Ma non si può negare che abbia nobilitato l’idea di spazio, elevato da mero contenitore a rango di opera d’arte, fondata sull’equilibrio d’insieme dei singoli elementi in gioco. In linea di principio è con questo spirito che allestisco spettacoli e mostre».
Cinque sale per sette artisti. Di Stasio crea un rapporto fra due quadri: un viandante nudo protagonista nella prima opera come gigante nell’altra come lillipuziano. Del Giudice dipinge Stalin nel massimo momento del suo potere e imbalsamato dopo la morte. Kounellis e Nam June Paik dividono la stessa sala: mentre del primo è presentata una lamiera con due mensole su cui sono adagiati un trenino e una candela, con chiaro riferimento a De Chirico, del secondo è presente un’opera molto conosciuta, un televisore dentro cui arde una candela nel confronto fra il potere mediatico e la spiritualità. Ontani giganteggia con un quadro in cui si è raffigurato come il dio Krishna che incanta gli animali di un bosco e si trova davanti un serpente. Puxeddu rappresenta un serpente nella sua scultura in legno. Come conclusione della mostra Pizzi Cannella espone i suoi vestiti quasi metafisici.
Fino 15 marzo
Associazione culturale L’attico-Fabio Sargentini
via del Paradiso 41, Roma.
Info: 066869846; www.fabiosargentini.it