La palma dell’artista dal braccio più corto spetta di diritto – secondo la stampa inglese – al quarantaseienne Damien Hirst. Lui è la mente, gli altri sono il braccio. La sottile linea di confine che separa il genio dalla manovalanza si insinua tra due cifre: da una parte 215 milioni di sterline (il patrimonio di Hirst), dall’altra 20 mila sterline, lo stipendio annuo che Hirst offre per assumere un collaboratore. Il mito e l’operaio sotto lo stesso tetto, quello dell’atelier in versione catena di montaggio targata Hirst: il nome-simbolo di un’arte del presente che è ambita dai collezionisti miliardari, tutti sbavanti per teschi diamantati da 50 milioni di sterline e animali in formaldeide da 111 milioni. Ieri una firma del Mail on Sunday si scandalizzava: «L’artista più pagato del mondo offre una paga da fame ai suoi assistenti»; i quali però, nel momento in cui potranno vantare nei propri curriculum una collaborazione così prestigiosa, avranno una certa "leva contrattuale".