All’indomani della scomparsa del grande scrittore portoghese, José Saramago (leggi l’articolo) l’Osservatore romano non risparmia i toni critici verso un autore che ha ripetutamente messo in discussione il ruolo della Chiesa e della religione nella storia umana in quella europea in modo specifico. In particolare il giornale della Santa Sede ha messo in luce, ieri, il materialismo marxista dell’autore e il suo attacco diretto all’idea religiosa, al Dio creatore. L’Osservatore ha sottolineato in primo luogo quale fosse il nucleo centrale della sua narrazione: La Storia maiuscola in filigrana a quella del popolo», quindi «una struttura autoritaria totalmente sottomessa all’autore, più che alla voce narrante, non solo onnisciente ma anche onnipresente; una tecnica dialogica in tutto debitrice all’oralità; un intento inventivo che non si cura di celare con la fantasia l’impronta ideologica d’eterno marxista; un tono da inevitabile apocalisse il cui perturbante presagio intende celebrare il fallimento di un Creatore e della sua creazione».