Se il turismo non salva più: il nero rapporto di Federculture per il Mezzogiorno

Pompei

Giusto per dare qualche numero: il 48 per cento dei monumenti nazionali (dunque quasi la metà) è nel sud Italia, negli ultimi 15 anni l’aumento delle presenze nei siti culturali nostrani è stato del 30 per cento ma al sud la percentuale è zero. Nel 2012 in Calabria sono arrivati solo 220mila stranieri contro i 20 milioni attratti dalla Lombardia, del totale degli introiti il 75 per cento è rappresentato dai biglietti strappati per Ercolano, Pompei e Reggia di Caserra (e tutti sappiamo in quale stato di degrado giacciano tutti e tre). Insomma, i dati riportati da Federculture sono drammatici, la crisi ha ulteriormente spaccato lo stivale in due aree distinte tanto che nonostante la densità di beni culturali il meridione produce solo il 24,8 per cento dei redditi nazionali legati al turismo. Domani è infatti indetto un convegno all’università di Bari con il presidente della repubblica Giorgio Napolitano e il ministro Massimo Bray per discutere e proporre nuove modalità di fruizione per tutta questa beltà sprecata.

Cultura e Mezzogiorno.

Una nuova strategia per il Paese

– Dati e analisi –

Il Mezzogiorno: grande ricchezza culturale, fruizione da promuovere e accrescere

Il Mezzogiorno d’Italia è una terra ricchissima dal punto di vista culturale: qui sono presenti 145 siti culturali statali tra musei, monumenti e aree archeologiche pari al 34,3% del patrimonio nazionale. Cifra che sale a 256 se si aggiungono i 111 siti siciliani (non di competenza MiBACT), diventando il 48% del totale italian

Tra i beni culturali del Meridione 15 sono parte della lista del Patrimonio dell’Umanità, il 30% dei 49 siti Unesco italiani. Sono invece 11.543 i beni immobili (archeologici e architettonici) vincolati presenti nel Meridione, su 46.025 tutelati a livello nazionale.

Inoltre, nelle regioni del Sud si trovano 3.634 biblioteche pubbliche pari al 29% delle biblioteche italiane (cifra ragguardevole che appare però meno significativa se si pensa che la sola Lombardia ne ospita 2.142).

 Alla grande ricchezza del tessuto culturale del Mezzogiorno non corrisponde un’altrettanto ampia fruizione di questo patrimonio.I siti culturali statali del Sud nel 2012 hanno attratto 7,4 milioni di visitatori (esclusi i dati dei siti della Sicilia) e incassato 28 milioni di euro di introiti lordi. I due valori rappresentano rispettivamente il 20,5% e il 24,8% dei totali nazionali.

MUSEI, MONUMENTI E AREE ARCHEOLOGICHE STATALI – 2012

 

NUM. Siti

% su tot. Italia

Visitatori

% su tot. Italia

Introiti Lordi (Euro)

% su tot. Italia

NORD

109

25,8%

5.832.716

16,0%

11.378.888,46

10,0%

CENTRO

169

40,0%

23.140.514

63,5%

73.870.403,18

65,2%

MEZZOGIORNO

145

34,3%

7.453.564

20,5%

28.069.153,68

24,8%

ITALIA

423

100 36.426.794 100

113.318.445,32

100

Fonte: elaborazione Federculture su dati MiBAC

 Come accaduto a livello nazionale nell’ultimo anno anche i siti del Mezzogiorno vedono diminuire gli ingressi rispetto al 2011 anche se in misura inferiore, -5,4%, rispetto al dato nazionale, -9,5%. Ma quello che colpisce è il confronto nel periodo medio-lungo. Se negli ultimi 15 anni complessivamente i siti culturali statali sono riusciti ad incrementare i propri visitatori del 30% circa, quelli del Meridione sono rimasti praticamente immobili, anzi qui gli ingressi sono diminuiti di 25mila unità., -0,3%. Nello stesso periodo, i musei e le aree archeologiche del Centro Italia hanno incrementato il proprio pubblico del 36%. Va poi sottolineato che una quota molto ampia sia dei visitatori sia degli introiti nel Mezzogiorno è rappresentata dai grandi attrattori del Sud – Pompei, Reggia di Caserta, Ercolano – che insieme attraggono oltre 3 milioni di visitatori (il 43% del totale del Sud) e incassano 21 milioni di euro (il 75%). Bisogna, inoltre, evidenziare che nel Sud i visitatori che entrano gratuitamente nei siti culturali sono il 41,7 del totale mentre a livello nazionale sono il 35%. Va anche detto, però, che nel Nord questo valore è più alto: gli ingressi gratuiti sono ben il 45% del totale. Nel Meridione sono al di sotto dei valori nazionali anche i dati relativi alla fruizione culturale che, peraltro, a livello Paese nel 2012 è crollata in tutti i settori. Tra i cittadini italiani la partecipazione culturale complessiva (coloro che fruiscono di più di un intrattenimento culturale nell’arco dell’anno) è ferma al 32,8% in calo rispetto al 2011 dell’11,8%. I residenti nelle regioni del Sud dichiarano di fruire di intrattenimenti culturali meno dei connazionali di altre aree del paese e in misura inferiore alle medie nazionali: cinema 47% (media Italia 49,8%); teatro 16,1% (20,1); monumenti 14,4% (21,1); concerti classici 6,2% (7,8%), mostre ed esposizioni 18% (28%) Fonte: elaborazione Federculture su dati ISTAT

L’unico fronte sul quale i valori si invertono completamente è quello della lettura: nel Mezzogiorno i residenti che leggono da 1 a 3 libri l’anno sono il 56,8%, la media italiana è del 46% e nelle regioni del Nord-Ovest, ad esempio, del 39,9%. In questo quadro il Meridione, in base agli ultimi dati regionali disponibili (2010), si colloca ben al di sotto della media nazionale (7,3%) anche per spesa familiare in cultura e ricreazione che nelle regioni del Sud è del 5,7% sulla spesa totale e molto distante dalla media dell’area regionale i cui abitanti spendono di più, il Nord-Ovest con l’8,5%

Quota di spesa per ricreazione e cultura sulla spesa totale per consumi

 

2000

2010

Piemonte

8,7

8,8

Lombardia

8,0

8,5

Emilia-Romagna

8,8

8,4

Marche

8,3

7,9

Friuli-Venezia Giulia

7,4

7,9

Veneto

8,3

7,6

Liguria

7,2

7,5

Toscana

8,0

7,4

Umbria

7,4

6,9

Molise

6,4

6,5

Lazio

6,9

6,5

Trentino-Alto Adige

7,1

6,5

Basilicata

7,4

6,4

Abruzzo

6,9

6,3

Sicilia

6,0

5,8

Sardegna

6,3

5,8

Valle d’Aosta

6,0

5,7

Puglia

6,7

5,7

Campania

6,4

5,5

Calabria

6,1

5,3

 

Nord-ovest

8,1

8,5

Nord-est

8,3

7,8

Centro

7,5

7,0

Centro-Nord

8,0

7,9

Mezzogiorno

6,4

5,7

Italia

7,5

7,3

Fonte: elaborazione Federculture su dati ISTAT

Istruzione, formazione, talenti

  • Nel 2011 (ultimo dato Eurostat) l’Italia era al 26° posto tra i Paesi dell’Unione Europea rispetto alla spesa pubblica per istruzione e formazione con un’incidenza percentuale del 4,2% sul PIL, contro una media europea del 5,3%. Al vertice della classifica la Danimarca con un’incidenza della spesa sul PIL pari all’8,1%. Seppure in progressivo calo il tasso di dispersione scolastica in Italia è ancora al 18,2%, tra i più alti d’Europa, peggio di noi solo Spagna, Portogallo e Malta. Tra le regioni i valori più alti di abbandono sono quelli di Sardegna (25,1%), Sicilia (25,0%), Valle d’Aosta (22,4%) e Campania (22,0%) Il Mezzogiorno nel suo insieme ha un tasso di dispersione scolastica del 21,2%, di 3 punti percentuali superiore al dato nazionale
Tasso di abbandono degli studi nelle Regioni Italiane – serie storica 2004-2011
 

2004

2005

2006

2007

2008

2009

2010

2011

Nord-ovest

21,4

20,9

18,7

17,9

18,8

19,3

18,0

16,8

Nord-est

18,7

18,5

16,6

15,0

16,1

16,0

15,4

15,2

Centro

17,1

16,1

14,4

13,8

14,5

13,5

14,8

15,9

Centro-Nord

19,3

18,7

16,8

15,7

16,7

16,5

16,2

16,0

Mezzogiorno

27,6

26,9

25,5

24,9

23,8

22,9

22,3

21,2

Italia

22,9

22,3

20,6

19,7

19,7

19,2

18,8

18,2

Fonte: ISTAT. Eppure la spesa pubblica per istruzione e formazione è decisamente più alta nelle regioni del Mezzogiorno che in quelle del Nord.

 Spesa pubblica per consumi finali per l’istruzione e la formazione per regione

Anno 2010 (in percentuale del Pil)

Regioni

Spesa pubblica per istruzione e formazione
(% del Pil)

Piemonte

3,3

Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste

5,4

Liguria

3,2

Lombardia

2,6

Bolzano/Bozen

5,0

Trento

4,8

Veneto

2,9

Friuli-Venezia Giulia

3,3

Emilia-Romagna

2,8

Toscana

3,4

Umbria

4,2

Marche

3,9

Lazio

3,6

Abruzzo

4,8

Molise

5,3

Campania

7,2

Puglia

6,4

Basilicata

7,2

Calabria

7,6

Sicilia

7,2

Sardegna

5,6

Italia

4,0

Fonte: ISTAT

In effetti il Sud presenta un’offerta formativa molto ricca, soprattutto per quanto riguarda quella universitaria: ci sono ben 24 atenei, 1,29 per milione di abitanti. Inoltre, il Meridione ospita 20 Conservatori di Musica e 18 Accademie di Belle Arti.

Numero di atenei e popolazione residente per ripartizione geografica

Nonostante questo la quota di laureati tra la popolazione adulta (30-34 anni) è inferiore nel Mezzogiorno (16,4%) alla media nazionale (20,3) e in regioni come la Campania scende addirittura sotto il 15%.

 Popolazione in età 30-34 anni che ha conseguito un titolo di studio universitario per regione

 

2011

Nord-ovest

21,9

Nord-est

22,4

Centro

23,0

Centro-Nord

22,4

Mezzogiorno

16,4

Italia

20,3

Fonte: ISTAT

Soffermandosi sui tassi di occupazione per tipologia di titolo di studio e ripartizione geografica nel 2012 si nota, però, come per i laureati il tasso di occupazione sia sempre più elevato rispetto agli altri livelli di istruzione.

Tasso di occupazione per titolo di studio e ripartizione geografica – 2012

Drammatico il dato dei Neet nelle regioni del Sud. Qui i giovani che non studiano e non lavorano sono il 32% contro il 22,7% della media nazionale. Ma tra le donne la percentuale sale al 34% e in alcune Regioni, come la Calabria tocca addirittura il 35,7% e per le donne il 40%.

Giovani Neet di 15-29 anni per sesso e regione

Anno 2011 (valori percentuali)

 

2011

Totale

Uomini

Donne

Nord-ovest

15,6

12,6

18,6

Nord-est

15,1

11,8

18,4

Centro

18,9

16,5

21,3

Centro-Nord

16,4

13,6

19,4

Mezzogiorno

31,9

29,7

34,2

Italia

22,7

20,1

25,4

Fonte: ISTAT

Non stupisce che siano diventati drammatici i dati sulla nuova emigrazione dal Sud: nel 2011 si sono trasferiti da qui al Centro-Nord 114mila persone. Tra gli under 35 in 50mila, sempre nel 2011, dal Meridione sono partiti per l’estero, 10mila in più rispetto al 2010.

 Industria culturale e creativa L’importanza del settore cultura e creativo nell’economia nazionale è ormai nota. Le industrie di questo comparto con le loro produzioni rappresentano il 5,4% del Pil nazionale con 75miliardi di euro di fatturato e 1,4 milioni di occupati. Ma anche in questo ambito, nell’analisi territoriale, il Mezzogiorno sconta un forte ritardo. Nel Sud le imprese culturali e creative producono il 16% del valore aggiunto complessivo del settore, in termini assoluti pari a 12,6 miliardi di euro, circa la metà di quanto prodotto dal Nord-Ovest, 26,6 miliardi.

 

Valore aggiunto

Occupazione

 

mln €uro

% su Italia

% su tot. Economia

migliaia

% su Italia

% su tot. Economia

Nord-Ovest 26.601,5

35,2

5,9

442,5

31,7

6

Nord-Est 17.520,1

23,2

5,5

331,6

23,7

6

Centro 18.793,4

24,9

6,1

336,8

24,1

6,3

Sud e Isole 12.604,6

16,7

3,9

286,2

20,5

4,4

Italia 75.519,6

100

5,4

1.397,1

100

5,7

Fonte: Unioncamere

Attrattività, turismo

  • Nella classifica generale del Country Brand Index 2013 l’Italia perde 5 posizioni e scivola al 15° posto. Siamo però stabilmente in vetta per attrattività del Paese determinata dalla cultura. In un quadro generale positivo per il turismo – crescono nel 2012 del 2,3% i visitatori stranieri e del 3,8% la loro spesa nel nostro paese.

In questo contesto si rileva che le regioni del Sud che attraggono il maggior numero di turisti stranieri sono la Puglia, 1,2 milioni di arrivi, e la Campania, 2,5 milioni di arrivi. L’intero Mezzogiorno è meta turistica per 7,2 milioni di stranieri, che rappresentano però solo il 7,4% degli arrivi nel territorio nazionale. Meno di quanti sono gli arrivi nella sola Toscana, 7,8 milioni.

Viaggiatori stranieri per Regione visitata, serie 2008-2012 (migliaia)

 

2008

2009

2010

2011

2012

– PIEMONTE

2.758

2.940

3.455

3.263

3.873

– VALLE D’AOSTA

1.137

1.077

968

984

912

– LOMBARDIA

18.475

18.394

18.714

20.396

20.663

– LIGURIA

5.853

6.224

6.715

7.017

6.712

– TRENTINO ALTO ADIGE

5.137

5.194

3.931

4.573

5.321

– VENETO

11.458

11.440

11.702

12.587

13.009

– FRIULI VENEZIA GIULIA

7.910

8.554

10.076

8.520

8.846

– EMILIA ROMAGNA

3.576

3.685

3.774

3.991

4.106

– TOSCANA

7.500

7.173

7.066

8.002

7.844

– UMBRIA

597

567

561

656

686

– MARCHE

1.145

1.150

1.124

1.013

960

– LAZIO

9.515

9.198

9.755

10.508

10.608

– ABRUZZI

451

410

390

467

344

– MOLISE

65

69

64

82

41

– CAMPANIA

2.286

2.430

2.447

2.414

2.583

– PUGLIA

1.170

1.232

1.212

1.168

1.192

– BASILICATA

75

84

99

92

94

– CALABRIA

248

272

245

292

220

– SICILIA

1.830

1.736

1.518

1.744

1.873

– SARDEGNA

620

955

842

871

887

DATI NON RIPARTIBILI

6.528

6.613

6.129

6.958

7.046

TOTALE

88.335

89.395

90.788

95.596

97.819

Fonte;: elaborazioni Federculture su dati UIC Banca d’Italia