Opere in condominio

Si saluta l’estate nel condominio romano di via Bixio 41, diventato teatro dell’evento: Open studios, gardens and houses. I diversi artisti coinvolt i– Francesco Impellizzeri, Nicole Voltan, Sandra Hauser, Gianluca Esposito e Alecci e Di Paola Artifici D’interni – hanno aperto le porte dei loro studi, all’interno del condominio, esponendo i loro lavori. Appena entrati, sulla sinistra, una piccola porta conduce a una stanza affascinante come una wunderkammern, in cui opere di Gianluca Esposito si sposano con opere di Alecci e Di Paola Artifici D’interni. Questi ultimi creano relazioni fra elementi artificiali ed elementi naturali: campeggia un lampadario antico circondato da rami secchi, mentre delle api realizzate con plastica riciclata decorano un pianoforte e da un fiore artificiale esce un lungo pistillo che finisce in una scarpa. Gianluca Esposito invece lavora con la ceramica creando teste che si ispirano al XVIII secolo «Il settecento è l’epoca della testa – spiega l’artista – sia come secolo del pensiero, sia per il riferimento alle decapitazioni»; infatti nel suo studio troviamo tutte teste settecentesche in ceramica, mentre nella sala crea bambole che girano come in un carillon. La musica che accompagna l’atmosfera magica della stanza sembra, appunto, quella di un carillon e sembra uscire dal pianoforte, suonata dalle api di Alecci e Di Paola Artifici D’interni.

Il giardino è decorato da opere diverse e conduce agli studi di Nicole Voltan e Sandra Hauser. Nel soggiorno dello studio di queste due artiste campeggia un disegno di una testa di cavallo su pelliccia di cavallino realizzato dalla Hauser che si accompagna a piccoli disegni sempre con le sembianze dell’animale, mentre, se entriamo in camera sua, troviamo le pareti occupate da fotografie su sfondo nero con teste di bambole raffiguranti bambini. L’artista dichiara: «Sono tutte bambole trovate sottoterra che erano scarti di serie in vendita. Mi piacciono perché ognuna ha il suo carattere e poi i bambini rappresentano il futuro». Un video, invece, ci riporta in una dimensione narrativa: oggetti raccontano ognuno capitoli di un romanzo con una voce fuori campo, ad esempio un cappello, delle scarpe maschili e una bottiglia, raccontano la storia di un uomo. Se analizziamo le opere esposte di Nicole Voltan, troviamo tutti e tre i cicli su cui sta lavorando in questo momento, che si incentrano sull’astronomia, la geologia e la microchimica. Nel ciclo sull’astronomia rielabora le coordinate delle costellazioni attraverso il disegno ed il ricamo, e conduce una ricerca grazie ad una sintesi che riflette il rapporto fra universo ed essere umano, nell’interrelazione fra le cose e gli elementi della nostra conoscenza. Nelle opere incentrate sulla geologia l’artista fa un lavoro sull’isostasia attraverso sculture, video e disegno: l’isostasia è il principio per cui la crosta terrestre è in equilibrio di galleggiamento sul mantello sottostante per cui ogni spostamento di una montagna, ad esempio, equivale ad uno spostamento nel sottosuolo. Infine il ciclo sulla microchimica è una sperimentazione su ciò che all’occhio è invisibile con un approfondimento del concetto di vita: in questa mostra sono esposti un lavoro sui cromatogrammi e un lavoro su esperimenti scientifici in essere.

Attraversando un corridoio si giunge allo studio di Francesco Impellizzeri. Appena varcata la soglia campeggia un’opera del ’93 in cui l’artista è travestito da cantante anni ’60. Mentre nella parete laterale, sempre un lavoro già esposto: lo sviluppo di un quaderno interamente realizzato, scritto e disegnato da Impellizzeri. È un quaderno che richiama quelli delle elementari in cui l’artista bambino si interroga su temi che non sono assolutamente infantili come la società, la politica e il costume. Si incontrano degli errori segnati in rosso, non casuali, come ad esempio nella trascrizione di parte della Costituzione: “L’Italia è una repubblica affondata sul lavoro”. L’artista, poi, presenta altre opere tra cui una serie recente: Fare niente, costituita da disegni creati intorno a forme circolari lasciate in bianco, disegni che ricordano le macchie di Rorschach. Durante la serata si sono svolte due performance, una di Francesco Impellizzeri interpretata da Michele Abramo attraverso il canto, e una eseguita da Sandra Hauser, con la sega, accompagnata dalla musica elettronica di Tiziana Lo Conte e Alessandra Ballarini.

Fino al 30 giugno; condominio via Bixio 4, Roma

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