Il 7 aprile 2025 è stata comunicata la vittoria da parte dello studio di architettura OMA del concorso per la riqualificazione del Selman Stërmasi. Il progetto non prevede solo l’ampliamento dello stadio ma anche la costruzione di un nuovo isolato urbano situato tra i quartieri di Blloku, Komuna e Parisit. Il concept reinterpreta in chiave contemporanea l’antico stadio di Amantia del III secolo a.C. tramite una composizione stratificata di edifici rivestiti in pietra al fine di rievocare le tradizionali catene montuose albanesi.


Verso una Tirana europea: il rischio della perdita identitaria
L’incarico dell’OMA si inserisce in un piano più ampio di trasformazione della capitale dell’Albania che vede le sue origini nel piano Tirana 2030 di Stefano Boeri, criticato per la poca trasparenza e per aver favorito la privatizzazione degli spazi pubblici. In particolare ha suscitato forte dibattito la trasformazione del quartiere 5 Maji in Tirana Riverside che ha innescato preoccupazioni tra i cittadini per lo scarso coinvolgimento locale e per il rischio di gentrificazione dell’intera città.
Su questo punto si è espresso Grigels Muçollari. Il membro della presidenza del Partito Democratico albanese ha denunciato il progetto come una rapina delle proprietà pubbliche a scapito della comunità territoriale descrivendolo come una trasformazione a favore degli interessi economici di pochi che lascia indietro il bene e l’identità locale.
Il futuro del Selman Stërmasi
Ma che significato ha costruire oggi un nuovo isolato urbano in una capitale europea in rapido sviluppo? In questo scenario il progetto dell’OMA diventa un caso emblematico delle sfide contemporanee nell’urbanistica, ovvero trovare l’equilibrio tra modernizzazione e preservazione dell’identità locale. Resta da vedere se questa trasformazione rappresenterà un passo verso una città più inclusiva o un’ulteriore passo verso l’omologazione urbana e la perdita di autenticità.

* L’articolo fa parte di una serie di pubblicazioni realizzate dagli studenti del Master in Art Management della Luiss Business School, nell’ambito del corso curato da Inside Art in Giornalismo d’Arte