Vandali devastano mostra d’arte femminista nel centro d’arte e fotografia NegPos di Nîmes

Il centro NegPos di Nîmes chiuso per danni dopo l’incursione notturna. Falli e insulti sessisti devastano oltre 30 opere nella mostra Cyprine Benzin

Una mostra fotografica nel sud della Francia incentrata sull’orgoglio femminile e sull’emancipazione è stata oggetto di un grave atto vandalico. L’attacco, avvenuto nella notte tra il 25 e il 26 aprile 2025 all’interno del centro di arte fotografica NegPos di Nîmes, ha portato alla distruzione della maggior parte delle opere esposte nell’ambito della mostra Cyprine Benzin ideata dalla fotografa Kamille Lévêque Jégo.

Secondo Patrice Loubon, direttore del centro, si tratta del secondo episodio di vandalismo in pochi giorni. Già una settimana prima, una finestra era stata forzata e un’opera danneggiata da un intruso. L’attacco più recente è stato più violento e simbolico: oltre alla distruzione materiale, i responsabili hanno ricoperto i muri con disegni osceni immaturi e provocatori, tra cui falli e immagini a sfondo sessuale.

Una mostra sull’identità femminile e la libertà artistica nel centro NegPos

La mostra Cyprine Benzin è un progetto avviato nel 2014 dalla fotografa Kamille Lévêque Jégo, che attraverso immagini e video documenta un gruppo di giovani donne impegnate ad affermare con fierezza la propria femminilità. L’intento è quello di celebrare la forza e l’identità femminile, spesso attraverso l’utilizzo di codici visivi tratti dalla pubblicità e dalla cultura pop.

Uno degli scatti più emblematici, scelto come immagine ufficiale della mostra, raffigura due donne in motocicletta in una posa ispirata ai film d’azione e ai contesti distopici come Mad Max. Una delle protagoniste impugna una molotov, simbolo di ribellione e affermazione.

L’opera è già stata presentata con successo in altri contesti espositivi, tra cui il festival Manifesto di Tolosa nel 2018 – dove ha ottenuto un riconoscimento – il festival fotografico Rencontre d’Arles nel 2019 e le Nuits Photographiques de Pierrevert nel 2023, senza suscitare alcuna controversia o reazione ostile.

Solidarietà alla galleria e all’artista, cresce l’allarme per l’intolleranza

L’episodio ha suscitato una reazione immediata da parte di organizzazioni professionali del mondo fotografico. Le reti Zoom, Diagonal e Les Filles de la Photo hanno espresso preoccupazione per quello che definiscono un “clima crescente di intolleranza nei confronti delle fotografe”. In una dichiarazione congiunta, i tre gruppi hanno inoltre ricordato un precedente episodio accaduto a marzo, quando gruppi cattolici e movimenti di estrema destra avevano protestato contro una mostra dedicata alle donne migranti allestita presso la Basilique Cathédrale Saint-Denis, alle porte di Parigi.

Anche il consiglio comunale di Nîmes ha condannato con fermezza l’attacco. In una nota ufficiale, Daniel Jean Valade, delegato alla cultura, ha espresso il “pieno sostegno alla galleria e all’artista”, definendoli vittime di “un imbecille”. Il centro NegPos è attualmente chiuso per consentire lo svolgimento delle indagini. Le opere danneggiate, le cornici e l’arredamento distrutti sono ancora sul posto, in attesa delle valutazioni della polizia.

Artista e centro NegPos pronti a ripartire nonostante l’attacco

Nonostante la gravità dell’accaduto, né l’artista né il direttore della galleria sembrano intenzionati ad arrendersi. Kamille Lévêque Jégo ha dichiarato all’emittente France 3 Occitanie: “Non sopportano di vedere rappresentazioni di donne che mostrano forza”, sottolineando come gli atti vandalici non possano essere giustificati da “disegni immaturi e sciocchi di falli”.

Dal canto suo, Patrice Loubon ha evidenziato come l’evento rappresenti un preoccupante segnale di ostilità verso le tematiche femministe. “È davvero sconvolgente vedere come il contraccolpo maschilista possa avere una tale influenza nella nostra società”, ha dichiarato ricordando anche precedenti episodi di proteste verbali contro mostre simili, compreso un caso di insulti da parte di un vicino alla galleria.

L’intento comune, tuttavia, resta quello di non fermarsi. “Non possiamo arrenderci”, afferma l’artista, confermando la volontà di riallestire al più presto una nuova versione della mostra. La chiusura temporanea non segnerà la fine del progetto: la risposta sarà, ancora una volta, artistica e pubblica.

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