“Queer” di Luca Guadagnino arriva nelle sale. Il nuovo film con Daniel Craig tratto dal romanzo di Burroughs

Una storia ambientata nella Città del Messico degli anni Cinquanta in un viaggio tra solitudine, desiderio e dipendenza con Daniel Craig protagonista tra scenografie oniriche e un’intensa colonna sonora

Dal 17 aprile arriva nelle sale italiane “Queer”, il nuovo film di Luca Guadagnino presentato in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2024. Tratto dall’omonimo romanzo di William S. Burroughs, il film segna un’importante novità nella filmografia del regista palermitano e noto per titoli come Chiamami col tuo nome e Challengers. Con protagonista Daniel Craig nei panni di William Lee, un americano espatriato a Città del Messico, “Queer” esplora temi di solitudine, desiderio e connessione umana in un’atmosfera onirica e intensa. Il film, prodotto da Lucky Red, è stato girato quasi interamente negli studi di Cinecittà a Roma e si distingue per la sua ricostruzione storica e scenografica, curata dal production designer Stefano Baisi.

Queer: un viaggio tra desiderio e solitudine

Ambientato nel 1950, “Queer” racconta la storia di William Lee, un uomo sulla soglia dei cinquant’anni che vive isolato a Città del Messico immerso in una routine fatta di bevute e locali malfamati. La sua vita cambia con l’incontro di Eugene Allerton, un giovane studente appena arrivato in città, che rappresenta per Lee la possibilità di stabilire finalmente una connessione intima. Daniel Craig, protagonista magnetico e camaleontico, interpreta Lee con una dedizione totale calandosi nel personaggio con anima e corpo e mostrando la complessità di un uomo segnato dalla dipendenza e dalla ricerca disperata di sé attraverso la seduzione.

Il regista Luca Guadagnino, che aveva sognato di adattare questo romanzo fin dalla sua giovinezza, ha voluto raccontare la dannazione della carne e le pulsioni di chi è “eternamente condannato a smaniare per esprimere se stesso”. La sceneggiatura, curata da Justin Kuritzkes, si spinge nella seconda parte del film verso territori allucinatori descrivendo le esperienze di Lee con sostanze psichedeliche e ricostruendo una Città del Messico astratta ma concreta, teatro delle peregrinazioni del protagonista.

La scenografia e l’atmosfera: il lavoro di Stefano Baisi

Il film si caratterizza anche per l’accurata scenografia, firmata da Stefano Baisi, architetto e designer al suo primo progetto cinematografico. Baisi ha lavorato a stretto contatto con Guadagnino per creare un mondo visivo che rispecchiasse la dimensione onirica e a tratti alterata della storia enfatizzata dall’uso di colori acidi e vivi. La Città del Messico degli anni Quaranta è stata ricostruita attraverso un lungo lavoro di ricerca storica e viaggi sul posto, includendo anche Ecuador e Panama City per catturare l’essenza di quei luoghi.

L’appartamento di William Lee, ad esempio, è stato progettato come l’intersezione di due quadrati in pianta, con un pavimento dai colori accesi per sottolineare il desiderio che anima il protagonista. Baisi ha spiegato: “Volevamo creare un ambiente che trasmettesse la claustrofobia, l’ambiguità e la solitudine, ma anche il senso del desiderio che Lee prova verso Eugene e viceversa”. Il terzo atto del film, non presente nel libro, è stato aggiunto da Guadagnino e Kuritzkes con il supporto di studiosi di Burroughs, e Baisi ha contribuito creando la giungla e la capanna che chiudono la narrazione.

La produzione e la colonna sonora di Queer

Essendo quasi interamente girato negli studi di Cinecittà, “Queer” ha visto un impegno notevole anche sul fronte tecnico e musicale: la colonna sonora, che mescola brani dei Nirvana come All Apologies e Come as You Are con contributi di Trent Reznor e Atticus Ross, contribuisce a creare un’atmosfera intensa e coinvolgente e capace di accompagnare le immagini di un film che si apre alla natura complessa e sfuggente del desiderio umano.

Daniel Craig ha ricevuto una candidatura come miglior attore protagonista ai Golden Globe per la sua interpretazione in questo ruolo che lo ha visto confrontarsi con un personaggio tormentato, fragile eppure duro, in una performance che ha richiesto grande abnegazione e coinvolgimento emotivo.

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