In occasione del ventesimo anniversario di Fotografia Europea, SpazioC21 apre le porte a un nuovo progetto artistico che esplora i confini tra fotografia, pittura e sperimentazione alchemica. Dal 24 aprile 2025 Roberto Alfano presenta A MATTER OF LIGHT: studio sulla materia luminosa (Vol. 1), il primo capitolo di un percorso di ricerca in continua evoluzione. Frutto della residenza artistica a Palazzo Brami, la mostra si colloca nel cuore del programma diffuso della rassegna emiliana e rappresenta un momento significativo nella riflessione contemporanea sul medium fotografico.
L’indagine visiva di Roberto Alfano
All’interno dello spazio espositivo, il progetto di Alfano prende forma come sintesi di una ricerca che unisce l’analogico e il pittorico. In A MATTER OF LIGHT: studio sulla materia luminosa (Vol. 1), l’autore classe 1981, originario di Lodi, porta avanti una riflessione sul processo creativo scegliendo di attraversare le possibilità del mezzo fotografico con un approccio che ne sovverte intenzionalmente le regole tecniche e formali.
A partire da tecniche tradizionali di stampa in camera oscura, Alfano inserisce interventi pittorici capaci di trasformare l’immagine fotografica in qualcosa di fluido e ibrido. Questo approccio mira a restituire un’estetica dell’indefinitezza, in cui la libertà di espressione si manifesta nell’incontro tra linguaggi visivi diversi. L’esposizione sarà accompagnata dai testi critici di Vittorio Parisi e Laura Gasparini e sarà affiancata da una pubblicazione in edizione limitata realizzata in collaborazione con Luca Zoccola. Il progetto gode inoltre del supporto tecnico di Bellinifoto.

La fotografia come linguaggio in trasformazione
Nel progetto esposto a SpazioC21, la fotografia non è più soltanto mezzo di rappresentazione, ma campo di sperimentazione, luogo in cui la materia luminosa diventa soggetto, strumento e sostanza operativa. L’indagine di Alfano parte così da un immaginario che accosta scienza e magia, richiamando le prime sperimentazioni ottiche e chimiche dell’Ottocento. Come osserva Laura Gasparini nel suo testo critico, “le ricerche di Roberto Alfano esposte nella mostra A Matter of Light Vol. 1, raccolgono molte di queste suggestioni estetiche grazie a nuove sperimentazioni della materia fotosensibile che tracciano percorsi inediti”. La luce, infatti, è la protagonista assoluta delle opere, esplorata non solo nei suoi effetti visivi ma nella sua stessa sostanza, nelle assenze e nei riflessi.
Anche Vittorio Parisi sottolinea questo processo con parole emblematiche: “Ma cosa accade quando, con un guizzo d’alchimista, il pittore decide di dismettere i propri fluidi d’elezione e manipolare quelli della fotografia? […] Le opere che compongono A Matter of Light sono il risultato di questa alleanza liquida tra pittura e fotografia”. L’artista concepisce così un dialogo tra elementi pittorici e fotografici restituendo alla fotografia una dimensione originaria e temporale.


Il percorso artistico di Roberto Alfano e la centralità del processo
Attivo fin dalla metà degli anni Novanta, Alfano ha sviluppato un linguaggio personale che si nutre dell’arte urbana, dell’Art Brut e della pittura espressionista e post-impressionista. Nel tempo, la sua pratica si è orientata verso una riflessione approfondita sul valore del processo artistico, inteso non solo come mezzo per produrre opere ma come percorso autonomo di senso.
Negli ultimi anni, questo approccio ha condotto l’artista a indagare nuove modalità di interazione tra tecniche diverse, con particolare attenzione all’indefinitezza come spazio di libertà formale e concettuale. Questa visione si ritrova pienamente nel progetto esposto a Reggio Emilia, dove la materia luminosa diventa occasione per sondare i limiti del linguaggio visivo.
Oltre all’attività artistica e alle esposizioni, Alfano è impegnato anche in ambito sociale attraverso laboratori esperienziali rivolti a persone con disabilità o in condizioni di fragilità. Tra i progetti più significativi si segnala Aspie Girls, rivolto a ragazze adolescenti nello spettro autistico, condotto a Lodi. Attraverso questo duplice impegno, l’artista afferma il valore del processo come momento di scoperta, dialogo e trasformazione: un elemento che attraversa tanto il laboratorio sociale quanto l’opera esposta in galleria.
