Dopo Costellazioni di Pietro Ruffo, è Marinella Senatore la seconda artista scelta per Murales, titolo del progetto con la curatela di Spazio Taverna promosso dalla multinazionale italiana Webuild e Vianini Lavori – con il patrocinio di Roma Capitale – all’opera per costruire la linea C della metropolitana di Roma e che, fino al 2026, renderà la centralissima Piazza Venezia un laboratorio di arte contemporanea a cielo aperto.


A intervenire durante la conferenza stampa di presentazione, il sindaco Roberto Gualtieri che ha ribadito come l’arte possa dare «senso e qualità a una città, come nel caso di questa iniziativa realizzata in maniera impeccabile. Non vediamo l’ora di vedere l’opera di Senatore, grandissima artista selezionata da una prestigiosa giuria. Si puoi innovare e fare cultura anche nel caso di situazioni così impegnative: la stazione di Piazza Venezia sarà tra le più prestigiose a livello mondiale da un punto di vista storico. Roma deve investire sulla dimensione contemporanea di arte e cultura». Pietro Salini, amministratore delegato di Webuild ringraziando in particolare Renata Cristina Mazzantini e la direttrice della Galleria Borghese Francesca Cappelletti, ha parlato di «arte e bellezza effimera, e della fortuna di vivere in una città come Roma, di una bellezza straordinaria che ci circonda e sovrasta».


La direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea ha ringraziato tutti gli artisti e Spazio Taverna, ribadendo come «tutti i popoli sono affascinati dall’arte del presente. A Roma è difficile far convivere un passato così ingombrante con le rappresentazioni dell’arte attuale, ma l’iniziativa dà vita proprio a questo».


Figura di spicco della scena creativa internazionale, la pratica di Marinella Senatore è caratterizzata da una forte dimensione collettiva e partecipativa sia come metodologia che come contenuto. «Una teatralità importante per la Roma Barocca, sui silos è rappresentata una sorta di sipario separato dalla grande scena. L’arte è più un momento che un monumento, un momento collettivo vissuto tra le persone in una Piazza che rappresenta un pezzo di vita» – ha continuato la direttrice.
Con Ci eleviamo sollevando gli altri ho raffigurato «un momento collettivo di vissuto tra le persone in una Piazza che rappresenta un pezzo di vita. Sui silos ci sono persone vere, reali, che esistono e sono esistite. Chiunque può essere parte di questo: spero che sia un’opera che innesti circuiti, tra semplici passanti, turisti, lavoratori del cantiere, per rendere unica questa scena» ha poi spiegato l’artista.

Ispirato a modelli internazionali che coniugano arte e infrastrutture, l’iniziativa che svelerà la creatività di altri quattro artisti, reinterpreta e risignifica l’antica tradizione di Roma posizionandola tra le grandi capitali europee, custodi di un contemporaneo meravigliosamente mimetizzato nell’antico tessuto urbano cittadino. «Siamo orgogliosi di assistere alla trasformazione di questa piazza in una piattaforma culturale innovativa – aveva dichiarato in occasione del lancio di Murales, Pietro Salini – L’arte contemporanea diventa linguaggio universale per promuovere un approccio responsabile alla crescita delle città, stimolando una riflessione sui temi della mobilità sostenibile».