Fondazione Sandretto Re Rebaudengo: trent’anni di innovazione e dialogo nell’arte

Dal 1995 a Torino fino a diventare un laboratorio d’arte di respiro globale, un percorso che unisce impegno, passione e una visione innovativa per il futuro della cultura

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo compie 30 anni. Nel tempo ha saputo dimostrare di essere un laboratorio d’arte in continua evoluzione, capace di coniugare innovazione, ricerca e impegno culturale. Nata con la missione di dare voce a forme artistiche emergenti e di promuovere un dialogo aperto tra tradizione e contemporaneità, l’istituzione ha saputo, nel corso degli anni, rinnovarsi e adattarsi ai mutamenti del panorama culturale internazionale mantenendo intatti i valori alla base della sua fondazione.

Patrizia Sandretto Re Rebaudengo ha commentato personalmente in una lettera aperta pubblicata dalla fondazione in vista dell’anniversario: “La Fondazione quest’anno compie trent’anni. Ho la sensazione che siano volati, poi, ripensando alle mostre, alle opere, alla moltitudine di nomi delle artiste e degli artisti, ai discorsi fatti insieme, il tempo rallenta”.

Questo percorso, segnato da scelte coraggiose e collaborazioni di respiro globale, ha visto la Fondazione trasformarsi in un punto di riferimento imprescindibile per artisti, curatori e studiosi, diventando un vero e proprio catalizzatore di idee e progetti d’avanguardia. La capacità di anticipare le tendenze e di promuovere un’esperienza artistica multidisciplinare ha permesso di costruire un’eredità solida e dinamica, che continua a influenzare il dibattito contemporaneo e a stimolare nuove prospettive.

Le radici e la missione iniziale della Fondazione Sandretto

Fondata il 6 aprile 1995 a Torino da Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, collezionista d’arte contemporanea e mecenate, la Fondazione è nata con l’obiettivo di promuovere giovani artisti emergenti e diffondere la cultura contemporanea attraverso mostre, eventi e iniziative formative. Sandretto, attraverso un modello di gestione dinamico e indipendente, ha voluto creare un’istituzione capace di anticipare i cambiamenti nel panorama artistico globale, ponendo l’accento su ricerca e innovazione.

La fondatrice nella lettera ha inoltre spiegato: “Ho sempre tenuto a festeggiare ogni decennio con una grande mostra, 2005, 2015 e fra qualche mese 2025. Sono mostre dedicate alle opere acquisite negli anni, che mi hanno permesso di raccontare il lavoro condiviso con gli artisti, le produzioni dei loro progetti, l’evolversi della collezione. Mostre speciali e titoli poetici, con una sfumatura di magia”.

Oltre a Patrizia Sandretto, che ricopre il ruolo di Presidente, la Fondazione si avvale della collaborazione di curatori, critici d’arte, ricercatori e specialisti della comunicazione culturale. Francesco Bonami, curatore di fama internazionale, ha collaborato con la Fondazione contribuendo alla sua strategia curatoriale e progettuale. L’istituzione, infatti, si distingue per un approccio interdisciplinare che vede coinvolte diverse figure professionali, dalle arti visive alla ricerca accademica, dalla comunicazione alla gestione museale.

Le sedi della Fondazione Sandretto

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo possiede due sedi principali: Palazzo Re Rebaudengo a Guarene e il Centro Espositivo di Torino. Il Palazzo di Guarene, aperto nel 1997, rappresenta la prima sede della Fondazione, situata in un edificio settecentesco restaurato e adibito a spazio espositivo e centro culturale. Nel 2002 è stata inaugurata la sede di Torino, progettata dall’architetto Claudio Silvestrin, nel quartiere San Paolo. Questo spazio moderno e minimalista è stato concepito per ospitare mostre temporanee, installazioni site-specific e progetti interdisciplinari.

Nel 2017 viene fondata la Fundación Sandretto Re Rebaudengo di Madrid mentre nel 2022 la Fondazione ha annunciato di aprire la quarta sede nell’isola di San Giacomo in Paludo a Venezia: per fare ciò è previsto un piano di recupero dell’isola, attualmente in stato di rovina.

Mostre di rilievo e collaborazioni internazionali

Dopo la mostra inaugurale del 1997 Cosa Sono le Nuvole, la Fondazione ha realizzato una serie di mostre ed eventi che hanno segnato momenti fondamentali nel panorama dell’arte contemporanea sia a livello nazionale che internazionale. Uno degli esempi più recenti è la mostra presentata al Jan Shrem and Maria Manetti Shrem Museum of Art (California), Through Their Eyes: Opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo (26 gennaio – 22 giugno 2025). Questa segna il debutto della collezione negli Stati Uniti, offrendo una panoramica internazionale con opere di artiste di fama e nuove voci emergenti. Like a Moth to a Flame (Come una falena alla fiamma), realizzata in collaborazione con OGR – Officine Grandi Riparazioni a Torino (2017–2018), ha messo in scena un ambizioso progetto curato da Tom Eccles, Liam Gillick e Mark Rappolt che sono stati in grado di fondere il patrimonio artistico della città con la vitalità contemporanea.

Nella lettera Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, ha ricordato poi le mostre realizzate per i decennali: “Bidibidobidiboo, per quella del 2005 (200 opere in tre sedi), dal titolo dell’iconico scoiattolino suicida di Maurizio Cattelan. Something old, something new, something borrowed, something blue, la filastrocca portafortuna delle spose per la mostra del 2015, con installazioni e sculture di grande formato, allestite anche nei 3000 metri quadri di uno spazio industriale di Asja Ambiente, l’azienda di mio marito Agostino. Il prossimo titolo, a fine ottobre, sarà una sorpresa”.

United Artists of Italy nel 2015 ha riunito i ritratti fotografici di alcuni dei più significativi artisti italiani, raccontando la storia della fotografia nel contesto dell’arte contemporanea e rafforzando il dialogo tra artisti e fotografi. Svolta tra il 2010 e il 2011 al MACRO Testaccio di Roma, Plus Ultra – Opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo ha portato una collettiva dalla collezione di Patrizia Sandretto Re Rebaudengo per la prima volta a Roma con una importante selezione di artisti italiani e internazionali che hanno tracciato la storia dell’arte contemporanea partendo dagli anni Ottanta fino ad arrivare alla contemporaneità. In collaborazione con il Castello di Rivoli, invece, la personale dell’artista inglese Ed Atkins (2016–2017) ha esplorato temi legati alla soggettività nell’era digitale, alternando installazioni video e nuove opere prodotte appositamente per la Fondazione.

Tell Me a Story: Locality and Narrative, tenutasi nel 2018 in collaborazione con il Rockbund Art Museum di Shanghai, ha offerto una narrazione visiva delle storie locali in Asia evidenziando il dialogo interculturale e l’impegno della Fondazione nel contesto globale. E ancora, Think Twice, organizzata in sinergia con la Whitechapel Gallery di Londra (2012–2013), ha presentato opere dalla collezione con particolare attenzione a Maurizio Cattelan, offrendo al pubblico britannico uno sguardo esclusivo su una parte fondamentale della collezione. Infine, Adrian Villar Rojas. Rinascimento è stata la prima personale in Italia dell’artista argentino, realizzata tra il 2015 e il 2016. Questa mostra ha evidenziato il percorso evolutivo di Villar Rojas attraverso installazioni monumentali e opere che raccontano il passaggio del tempo, segnando un importante momento di riconoscimento internazionale.

Progetti formativi e iniziative innovative

L’impegno della Fondazione nella formazione di giovani professionisti si è concretizzato in progetti come la “Residenza per Giovani Curatori Stranieri”, avviata nel 2006, e Campo, il corso per curatori emergenti iniziato nel 2012. Quest’ultimo è un percorso teorico e pratico che comprende workshop, laboratori e seminari condotti da critici, artisti e curatori internazionali. Queste iniziative hanno consolidato la Fondazione come punto di riferimento per la formazione curatoriale, contribuendo alla crescita professionale di numerosi giovani talenti.

L’Impatto Culturale e la Visione per il Futuro

Guardando al futuro, Patrizia Sandretto Re Rebaudengo ha sottolineato: “Festeggeremo come si festeggiano i compleanni delle persone, perché la Fondazione è uno spazio reso vivo proprio grazie a molte persone: le artiste e gli artisti che vi hanno esposto e vi esporranno”. Prosegue poi: “l’8 aprile 2025, a Torino, inizieremo a celebrare i nostri trent’anni con tre mostre personali che riflettono la nostra vocazione alla ricerca, all’attenzione verso giovani talenti e nuove prospettive, al dialogo sull’attualità: presenteremo il lavoro di Teresa Solar Abboud, Jem Perucchini, Marwa Arsanios”.

Nel 2025 la Fondazione si prepara a un anno denso di attività che spaziano dalla formazione alla presentazione di mostre sia a livello nazionale che internazionale. A Torino prosegue il Young Curators Residency Programme, avviato nel 2007, che culminerà con una mostra finale dedicata agli artisti italiani incontrati durante il percorso, esposta a maggio a Palazzo Re Rebaudengo a Guarene. Parallelamente, il corso “Campo” celebra la sua tredicesima edizione, mentre a maggio e settembre verranno inaugurate due nuove committenze per il Parco d’Arte sulla collina di San Licerio, recentemente riconosciuto dal Guardian tra i più bei d’Europa.

Nella seconda parte dell’anno, la Fondazione presenterà due grandi mostre della sua collezione e pubblicherà un libro che ripercorre trent’anni di stagioni espositive concludendo i festeggiamenti durante Artissima a Torino. A livello internazionale, a Madrid si aprirà una personale con opere inedite di Guadalupe Pol Taburet dal 30 gennaio, seguita dalla mostra conclusiva della sesta edizione del Young Curator Residency Programme Madrid il 3 giugno. Infine, a novembre Torino diventerà il palcoscenico della conferenza annuale del CIMAM, appuntamento internazionale che consolida il ruolo della città come punto di riferimento nell’arte contemporanea.