La street art di Camilla Falsini colora le piazze di Milano

C'è una nuova piazza nel quartiere Barona e a realizzarla è stata l'artista romana per un'iniziativa che mira a riqualificare la città

Colori pieni e sgargianti, semplici forme geometriche che intrecciandosi formano parole. Sono gli interventi di street art firmati da Camilla Falsini, street artist e illustratrice romana con una ricerva visiva caratterizzata da linee nette, forme stilizzate e minimali e tonalità forti. Dopo un lungo percorso di progettazione, la sua arte invade anche la nuova piazza del quartiere Barona di Milano, spazio urbano che rientra nel programma Piazze Aperte per ogni scuola, iniziativa che mira a trasformare aree urbane in luoghi di aggregazione e gioco per la comunità e che si conferma un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni, aziende private e cittadini

Precedentemente adibita a parcheggio, la superficie di 800 metri quadri è stata ripensata e trasformata in un’area pedonale dedicata al gioco grazie ad un progetto che ha coinvolto attivamente i bambini e le bambine del quartiere attraverso un laboratorio di narrazione condotto da Spaziopensiero Onlus. Durante questo percorso creativo, i giovani partecipanti hanno esplorato il quartiere, ideato personaggi fantastici e costruito una storia che riflette il loro rapporto con lo spazio urbano. Dall’esperienza creativa è inoltre nato Il Camminastorie – L’incredibile Viaggio di Endry il Serpendrago, libro illustrato che racconta le avventure dei personaggi creati dai bambini.

Camilla Falsini a Piazzale Loreto e a Piazza Tito Minniti

Gli interventi di colorazione per queste due piazze meneghine sono stati realizzati attraverso il progetto europeo CLEAR, finanziato dall’EIT Urban Mobility, agenzia dello European Institute of Innovation and Technology, progetto che ha visto Milano lavorare in rete con Amsterdam, Monaco, le loro università tecniche (TUM e UvA) e UNStudio, con l’obiettivo di avvicinare gli interventi di arte urbana con la comunità che abita i quartieri.

Per Piazzale Loreto, l’artista è partita dalle strutture urbane della città ridisegnate attraverso semplici forme geometriche: gli edifici e le strade si intrecciano per formare alcune lettere che compongono proprio la parola LORETO, dettaglio difficilissimo da notare a occhio nudo.

In Piazza Tito Minniti, forme altrettanto variopinte e stilizzate compongono la parola ISOLA. I riferimenti nascosti nelle lettere, allo stesso modo, alludono alla storia del quartiere, come ad esempio la “I” che diventa un grattacielo che simboleggia la parte più avveniristica della zona, mentre la “A” una casa per sottolineare che il quartiere è reso vivo anche da chi lo abita. L’intervento artistico si pone anche come pensato playground per i più piccoli, tramite l’inserimento di elementi di gioco per i bambini come un labirinto e un percorso a zig zag in cui saltare da un triangolo all’altro.

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