Ad ARCO Madrid 2025 un’opera denuncia la deriva dell’estrema destra

Una lavastoviglie con dentro piatti commemorativi raffiguranti i volti dei leader di estrema destra attira il pubblico di ARCO Madrid

È in corso la 44esima edizione di ARCO Madrid e tra le opere più chiacchierate c’è un’installazione che denuncia la normalizzazione delle politiche di estrema destra. Realizzata dall’artista spagnolo Eugenio Merino, l’opera consiste in una lavastoviglie industriale in acciaio che contiene alcuni piatti “commemorativi” raffiguranti i volti di quei leader mondiali divenuti l’emblema di questa legittimazione. Tra loro compaiono infatti Donald Trump, Giorgia Meloni, Elon Musk e Javier Milei.

Un’opera tutta di attualità

Il lavoro realizzato da Merino in collaborazione con lo storico e politologo italiano Steven Forti ha attirato subito l’attenziona. Intitolata Lavado de Cara (in inglese White Washing), l’installazione denuncia quei processi di normalizzazione che hanno coinvolto correnti e linguaggi politici di estrema destra, da quelli tornati in auge negli USA con l’approdo di Donald Trump nello Studio Ovale per il suo secondo mandato, fino a quelli di Giorgia Meloni o del premier argentino Milei, forti in un mondo divenuto “selvaggio”.

“Negli ultimi trent’anni, l’estrema destra è stata sottoposta a un’opera di ripulitura di facciata”, si legge in uno scritto di Forti che accompagna l’opera dell’artista spagnolo. “La lavastoviglie – prosegue – ha funzionato a pieno rendimento. Ma a pagare i piatti rotti siamo tutti noi: una società del tutto disorientata che non sa chiamare con i loro nomi il saluto nazi di Musk, le politiche imperialiste di Trump, il genocidio israeliano a Gaza, l’autoritarismo di Meloni”. Tra gli altri politici raffigurati nell’opera ci sono anche il leader degli spagnoli di Vox, Santiago Abascal, e quella del Rassemblement National francese, Marine Le Pen.

ARCO Madrid 2025 nel segno dell’amazofuturismo

Ospitata dallo spazio fieristico Ifema, ARCO Madrid accoglie per la sua 44esima edizione 214 gallerie da 36 Paesi. In programma fino al 9 marzo, la fiera internazionale nella capitale spagnola ha come elemento distintivo il progetto speciale Amazonia – Wametise: ideas for an Amazofuturism, curato da Denilson Baniwa e María Wills in collaborazione con l’Institute for Postnatural Studies. Dedicato all’Amazzonia, questo programma esplorerà nuove forme di creazione artistica legate al concetto di esistenze ibride tra umano, vegetale e metafisico.