Cinema in vendita. Le proteste per salvare le sale romane dalla riconversione in strutture commerciali

Dopo la lettera di Renzo Piano, il settore cinematografico si mobilita per lanciare un appello a Mattarella e Meloni

A Roma, la questione della conversione delle sale cinematografiche in centri commerciali è al centro di un acceso dibattito. Recentemente, una proposta di legge regionale mira a facilitare la trasformazione diversi cinema chiusi in spazi commerciali, come hotel e centri commerciali.

Questa iniziativa ha suscitato una forte opposizione da parte di figure di spicco del cinema internazionale. Registi come Martin Scorsese, Steven Spielberg, Francis Ford Coppola, Jane Campion e Wes Anderson hanno firmato una lettera aperta indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, definendo la trasformazione delle sale cinematografiche in strutture commerciali come “un profondo sacrilegio” per la ricca storia culturale di Roma.

I fatti precedenti

Nel periodo pre-pandemia il settore cinematografico affronta già difficoltà a causa della concorrenza dello streaming e del calo degli spettatori. Molte sale chiudono per mancanza di sostenibilità economica. Con l’arrivo delle restrizioni anti-Covid, le chiusure prolungate dei cinema aggravano la crisi del settore: molti cinema non riaprono, mentre altri operano a capacità ridotta. È così che la Regione Lazio inizia a discutere per una possibile legge che faciliti la conversione dei cinema chiusi in altre strutture (come hotel e centri commerciali). La proposta di legge, presentata dall’assessore all’Urbanistica Pasquale Ciacciarelli (Lega), minaccerebbe la chiusura di almeno 44 cinema romani.

Da qui emergono le prime preoccupazioni da parte di cineasti e attivisti culturali. Da qui, architetti, cineasti e cittadini iniziano a esprimere dissenso, temendo una perdita del patrimonio culturale della città. Alcuni esempi positivi di riqualificazione culturale, come il Cinema Troisi, dimostrano alternative alla conversione commerciale: riaperto da un gruppo di giovani attivisti, è stato trasformato in un cinema funzionante e in un’area studio aperta 24 ore su 24 per studenti. Questo progetto dimostra come sia possibile rivitalizzare le sale cinematografiche mantenendo la loro funzione culturale e sociale.

L’appello di attori, registi e produttori

A seguito della questione è stato lanciato un appello da attori, registi e produttori che hanno richiesto un dietrofront al presidente del Lazio Francesco Rocca (centrodestra), con cui poi è stato avviato un tavolo di confronto.

Tra le diverse personalità che si sono mobilitate c’erano Paola Cortellesi, Pierfrancesco Favino, Paolo Sorrentino, Marco Bellocchio, Riccardo Milani, Matteo Garrone, Lorenzo Mieli, Francesca Comencini e Gabriele Salvatores. Ecco un estratto che pubblica il Corriere:  

“Esprimiamo la nostra ferma opposizione all’acquisizione indiscriminata delle sale cinematografiche da parte di gruppi internazionali il cui unico obiettivo è la riconversione di questi spazi in strutture commerciali, cancellando di fatto il loro valore storico e culturale. Le sale cinematografiche non sono semplici immobili, ma presidi culturali fondamentali per la nostra identità e per la diffusione dell’arte cinematografica. La loro chiusura o trasformazione in centri commerciali rappresenta una perdita irreparabile per il patrimonio culturale italiano e per il pubblico, che rischia di essere privato di luoghi di aggregazione e di fruizione del cinema nella sua forma più autentica.”

“Chiediamo dunque con forza che le istituzioni competenti pongano un freno a questo sciacallaggio immobiliare e adottino misure concrete per salvaguardare il patrimonio cinematografico nazionale.
È necessario agire con urgenza per impedire la definitiva scomparsa di spazi dedicati al cinema e alla cultura, difendendo la nostra storia e il diritto delle future generazioni a poter vivere l’esperienza cinematografica in luoghi pensati e destinati a questo scopo”. 

Le proteste continuano

Da qui molte altre personalità di spicco si sono accorate alla protesta. L’architetto Renzo Piano ha espresso preoccupazione, sottolineando l’importanza di preservare questi spazi in contrapposizione alla crescente saturazione urbana dovuta a centri commerciali e hotel. La lettera di Renzo Piano pubblicata su Repubblica del 20 febbraio iniziava così: “Caro direttore, questo è un mio accorato appello affinché i cinema, questi preziosi ‘luoghi per la gente’, siano preservati nel tessuto urbano delle nostre città, e in particolare quelli di Roma”.

Anche l’ex capitano della Roma Francesco Totti si inserisce nella questione con una testimonianza raccolta dall’associazione Piccolo America in cui dichiara: “Abbiamo bisogno di luoghi per lo sport e la cultura, di asili nido e scuole, non di altri centri commerciali. Dobbiamo far risorgere questa città e non distruggerla. Ricordare i momenti da adolescenti e ragazzi passati al cinema è una tradizione e un valore che dobbiamo trasmettere alle nuove generazioni. Le emozioni ed i ricordi non hanno un prezzo, fanno parte della nostra vita”.

La mobilitazione del settore

Da qui i cinque registi Martin Scorsese, Jane Campion, Francis Ford Coppola, Wes Anderson e Ari Aster si sono mobilitati per lanciare un appello diretto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e alla premier Giorgia Meloni per difendere le sale cinematografiche romane. La situazione viene definita “del tutto inaccettabile” in quanto rappresenterebbe una perdita irreparabile, “un profondo sacrilegio non solo per la ricca storia della città, ma anche per il patrimonio culturale da lasciare alle future generazioni”.

L’appello, che vuole impedire qualsiasi conversione degli spazi culturali di Roma, si rivolge così a chiunque nel settore abbia a cuore la questione, al di là delle appartenenze geografiche: “Invitiamo i nostri colleghi di tutto il mondo, direttori di festival e tutti gli operatori culturali a firmare questa lettera per salvare l’ultima possibilità di redenzione di una delle città culturali e artistiche più importanti al mondo”. Con queste parole Martin Scorsese è stato il primo firmatario della lettera aperta con la quale Renzo Piano ha chiesto di fermare l’approvazione della legge della Regione Lazio.

La decisione finale sulla proposta di legge regionale avrà un impatto significativo sul futuro del patrimonio culturale e architettonico di Roma, sollevando interrogativi sul bilanciamento tra sviluppo commerciale e conservazione degli spazi culturali storici. Dopo l’apertura del dibattito, il Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha dichiarato che la legge può essere modificata prima dell’approvazione definitiva.

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