OPEN, l’esposizione di Olafur Eliasson al MOCA di Los Angeles aperta al pubblico sino al prossimo 6 luglio, consiste in una serie di installazioni site-specific che richiamano motivi cari all’artista: figure geometriche basilari che compongono straordinarie architetture, giochi di luci e colori che modificano la normale percezione dello spazio e luminosi riflessi che intensificano e rendono più labili le distinzioni tra dentro e fuori, percipiente e percepito, ombre e bagliori. Alla base della sua ricerca, la tensione che intercorre fra il concreto e l’astratto, materiale e immateriale, in una produzione che intensifica, invita a riflettere su tematiche molto più profonde, come il rapporto uomo-natura, e a sfidare i propri limiti percettivi.



Olafur Eliasson, 12 installazioni per una narrazione fisica dell’arte
Nella mostra al MOCA, curata da José Luis Blondet, Rebecca Lowery, Emilia Nicholson-Fajardo e Anastasia Kahn, le installazione site-specific interagiscono con l’architettura e le condizioni atmosferiche di Los Angeles: l’esposizione – che esplora le intersezioni passate tra arte e scienza – è infatti ideata per essere “aperta” – OPEN non a caso – sia livello spaziale che concettuale.


Portando in mostra dodici installazioni create appositamente per gli spazi del padiglione Geffen Contemporary nel museo californiano, accanto a una selezione di opere più recenti, l’artista è da sempre dedito a coinvolgere il pubblico con i suoi lavori – basti pensare al recentissimo progetto Lifeworld – nonché a mettere in discussione le forme di percezione ed esperienza più comuni. L’itinerario espositivo si ramifica tra specchi, giochi di luce e strani dispositivi ottici, portando l’osservatore a interagire con installazioni che mutano lo spazio circostante. Un invito ad essere parte attiva del processo creativo, perchè ogni riflesso, in fondo, è una critica e un dialogo su ciò che ci circonda: tra le opere più rappresentative, spicca una colorata scultura di un triacontaedro rombico dall’esplicativo titolo Your changing atmosphere, parte di una ricerca molto più ampia, che ha a cuore la sensibilizzazione collettiva sui sempre più imminenti cambiamenti climatici.

All Images: Installation view of Olafur Eliasson: OPEN at The Geffen Contemporary at MOCA. COurtesy of The Museum of Contemporary Art (MOCA). Photo by Zak Kelley