I dipinti di ieri, possono raccontare i cambiamenti di oggi? Cento opere emblematiche del secolo scorso tra scultura, arti grafiche, fotografie e pittura e una riflessione universale sul clima: è l’esperimento intellettuale del Museo d’Orsay di Parigi, che ha coinvolto – tra i mesi di marzo e luglio – ben 31 istituzioni disseminate su 12 regioni del territorio francese per raccontare e riflettere sugli effetti del cambiamento climatico.
Il progetto si avvale inoltre del prezioso aiuto di alcuni autorevoli scienziati di fama mondiale, Valérie Masson-Delmotte, Emma Haziza, Luc Abbadie e Jean Jouz, che hanno contribuito nella scelta dei capolavori ritenuti maggiormente adatti. Anche solo visivamente, sfogliare queste opere equivale a scoprire le metamorfosi paesaggistiche e le incombenti fragilità del nostro mondo, ricordandoci che la cultura – ancor prima di arricchire – deve unire, far riflettere, agire. E ancora, i musei e le istituzioni culturali devono contribuire alla creazione di un futuro vivibile: laddove i numeri faticano a mobilitarsi, l’arte, la letteratura, la poesia e l’inutile paradosso delle cose belle ad oggi sempre più svilite, possono davvero smuovere le coscienze.
L’arte di ieri per riflettere oggi e pensare al domani
Tanti i dipinti protagonisti di questa profonda riflessione visiva e tra i prestiti eccezionali del Museo d’Orsay: La Gare Saint-Lazare di Claude Monet, prestata al Museo Gassenfi di Digne-les-Bain, Le Citron di Manet e Primavera artica di Anna Boberg.
Troviamo poi L’Inondation à Port-Marly realizzato nel 1876 da Alfred Sisley. Parte di una serie dipinta durante un alluvione della Senna che descrivono una città sommersa, il capolavoro è in prestito al Museo Girodet, situtato nella regione del Centro-Valle della Loira: proprio qui, a causa di gravi inondazioni nel 2016, il sito culturale nel 2016 ha subito una gravissima perdita della sua collezione permanente, con molte opere che attualmente devono ancora essere restaurate. I colori più utilizzati sono il grigio, il marrone e il bianco, associati in questo caso alle tempeste e ai disastri naturali: tuttavia, i pochi puntini blu nel cielo attraversati dalla luce del sole possono rappresentare un segnale di speranza

Al Museo Courbet di Ornans andrà in prestito La Truite dipinta da Gustave Courbet nel 1873. Pennellata impetuosa, impasto ruvido e violenza dei contrasti evidenziano il carattere drammatico dell’opera. Il pesce è stato catturato, ma è ancora vivo: nel lirismo di questa semplice natura morta si legge tutta la disperazione dell’uomo e non a caso, sarà esposto nel territorio attraversato dal Loue, attualmente costretto a fronteggiare un periodo di grave mortalità delle trote.

Quattro invece le opere prestate al Musée des Peintres de Barbizon, tra cui Intérieur de forêt di Théodore Rousseau. Il paesaggio così denso di flora e fauna, riflette malinconicamente sulla deforestazione di oggi e sui devastanti effetti che ha sull’uomo.
