Materiali d’archivio, brevi proiezioni e oggetti di scena sono in genere i protagonisti delle mostre dedicate alla settima arte. Negli spazi di Triennale Milano il racconto passa invece attraverso le pellicole stesse, esposte in una rassegna realizzata con Fondation Cartier e dedicata al cinema d’autore. Curata da Chiara Agradi, Il Nostro Tempo, CinéFondationCartier raccoglie in Triennale lo sguardo degli artisti sulle contraddizioni del mondo, ma fa anche il punto sull’interesse quarantennale della fondazione parigina nei confronti del linguaggio cinematografico, concretizzatosi pure in un supporto diretto nella produzione.
In Triennale sguardi diversi sul contemporaneo
«La grande sfida è stata quella di portare il cinema all’interno dello spazio espositivo», ha dichiarato la curatrice. Contaminata dal linguaggio del cinema, la mostra presenta dodici artisti internazionali di formazione, età ed esperienze diverse, le cui opere – undici in totale e alcune presenti nella collezione di Fondation Cartier – sono esposte in proiezione continua. «La mostra – ha aggiunto Chiara Agradi – si intitola Il Nostro Tempo proprio perché, malgrado le diversità degli artisti selezionati, essi hanno in comune la volontà di posare lo sguardo sul contemporaneo, sulla storia recente e del secolo scorso».
A risultarne è stato un tempo molteplice. Ciò che è uscito fuori dalla mostra sono stati “tanti tempi”, o quantomeno più sistemi. «Nel guardare i film attentamente – ha proseguito – ci si accorge che in effetti il modo che si ha di guardare alla contemporaneità è molto diverso. Sono presenti, anche a seconda delle geografie e del contesto dal quale gli artisti provengono, sguardi estremamente diversi e al tempo stesso complementari, per cui si fa molta fatica a ricondursi a un solo tempo, pur trattandosi di una storia comune».
«Rende chiaramente il concetto uno dei film in mostra – ha concluso – La caduta del cielo di Gabriela Carneiro da Cunha e Eryk Rocha, che racconta uno spaccato della cultura degli Yanomami in Brasile e del loro leader Davi Kopenawa. Nella pellicola “la caduta del cielo” costituisce una sorta di profezia di Davi Kopenawa: sostenendo che siamo tutti sotto lo stesso cielo, se una parte del mondo si comporta in maniera insensibile nei confronti dell’altro polo l’equilibrio finisce per non reggere. In effetti, è proprio questo il messaggio della mostra, perché queste opere ci portano a leggere una frammentarietà, un insieme di sistemi divisi da vari conflitti, ma che si trovano al tempo stesso tutti sotto lo stesso cielo: di conseguenza, se tutti i tasselli non funzionano, c’è un crollo generale».
Il Nostro Tempo, i protagonisti in uno spazio immersivo che invita a tornare
Come fossero piccoli cinema, le dodici opere in mostra sono esposte in un allestimento realizzato da Bunker arc. Con una durata oscillante tra i pochi minuti fino alle quindici ore, alcuni lavori fanno parte della collezione di Fondation Cartier, altri vengono presentati per la prima volta in Italia: A Queda do Céu (La Caduta del Cielo) (2024) di Gabriela Carneiro da Cunha e Eryk Rocha, Au Bonheur des Maths (Il piacere della matematica) (2011) di Raymond Depardon e Claudine Nougaret, El Aroma del Viento (L’aroma del vento) (2019) di Paz Encina, Mãri hi (L’albero del sogno) (2023) di Morzaniel Ɨramari, Decades Apart (A decenni di distanza), (2017) di PARKing CHANce, Notre Siècle (Il nostro secolo) (1982) e Vie (Vita) (1993) di Artavazd Pelechian, Nicolae Ceausescu: un’autobiografia (2010) di Andrei Ujica, Le Triptyque de Noirmoutier (2004-2005) di Agnès Varda, Martin Pleure (Martin Piange) (2017) di Jonathan Vinel e 15 Hours (15 ore) (2017) di Wang Bing.
Attraverso un percorso sensoriale, in cui lo spazio si adatta al film in proiezione esaltandone le qualità tecniche ed estetiche, le opere raccontano un mondo in contraddizione, ma ciascuna di esse non manca di chiudersi con una nota di speranza e di bellezza, quasi si trattasse di una forma di resistenza. Accanto al contenuto, l’allestimento costituisce un elemento imprescindibile della rassegna, perché non solo sfida le regole dello spazio museale, ma invita lo spettatore a tornare: il tempo rappresenta dunque una nuova dimensione su cui estendere un percorso espositivo.
Il Nostro Tempo: anche un programma collaterale
Triennale Milano accoglie il cinema, e con esso la città. Alla mostra si aggiunge infatti un ampio programma di rassegne e incontri con l’intento di accompagnare il pubblico nei mesi dell’esposizione, in modo tale da creare un dialogo con il cinema d’autore. Oltre al programma di rassegne cinematografiche e incontri organizzato con la Fondazione Piccolo America – Cinema Troisi, è infatti previsto un calendario di incontri aperti al pubblico e ad ingresso libero con i grandi protagonisti del mondo del cinema contemporaneo. Si tratta di Cinema Night, una serie di eventi organizzati in diversi spazi di Triennale che offrono al pubblico la possibilità di incontrare noti registi e di approfondire le tematiche esplorate dai film presenti in mostra. Con questi, Il Nostro Tempo mira a rendere Triennale una realtà in cui fare esperienza del cinema in ogni forma, che sia un evento, una proiezione, o una mostra.
Il Nostro Tempo, CinéFondationCartier
Dal 12 dicembre 2024 al 16 marzo 2025
Triennale Milano
info: triennale.org