Il compleanno di Spazio Y è iniziato alle 21.00 puntuali perché a mezzanotte gli ospiti hanno lasciato l’ex fabbrica Fiorucci per non disturbare le famiglie che la abitano. Alcune di esse hanno partecipato attivamente alla serata cucinando per più di duecento partecipanti, favorendo un clima di convivialità e dialogo. Gli ospiti infatti hanno approfittato dell’atmosfera giocosa e ultraterrena, per utilizzare il termine ypsloniani, accolti da curatori e artisti in tuta spaziale pronti ad immergerli in una serata ricca di improvvise performance, momenti di sperimentazione musicale, video installazioni ed opere edibili.
Tra gli artisti che hanno contribuito con un proprio progetto a festeggiare i 10 anni di esplorazione artistica di Spazio Y risultano: Arianna Bonamore + Nicola Rotiroti: Kiss – Baci di benvenuto al pubblico; Ema Jons + Arystan Petzold: Phos Hilaron – Live session multi strumentale; Giangiosuè Nullat – Spartitraffico: Non-azione in compagnia, con ricchi premi; Piotr Hanzelewicz: Video Messaggio da padre Piotr nello spazio per Spazio Y; Christian Ciampoli: Falegnameria Gastronomica – Performance taglio e distribuzione pane; Mario Dal Mare + Marino Melarangelo: Surealdilist* – Istanti poetici.
Ma anche Jacopo Natoli: Figuriamoci se ho il titolo – Commenti amplificati collettivi; Nonno Burro + Alessandro Martina: Due salti da campione – Intervento guidato popolare – Performance partecipata; Collettivo G.M.R.G.P. – La Walletta -Innovativa formula 2 in 1 per una serata di eventi senza fine!; Irene Machetti: Scema Luna – Installazione edibile interattiva; LoSpizio: Pazza idea (di aprire Spazio Y al Quadraro) – Intrattenimento musicale; Mattinaspessi – Soundscapes; Alice SinnL: Libagione – Se la ragazza torta fosse stata una viennetta.
Ma che cos’è Spazio Y? E in che modo si lega al MAAM? Un elemento da segnalare per tracciarne l’origine è la profonda amicizia, accomunata da una militanza artistica comune, tra l’artista Paolo Assenza, padre fondatore di Spazio Y e l’artista e antropologo, nonché direttore del MAAM, del Museo delle Periferie e di CAMP – Colonna Art Museum Pescara Giorgio De Finis.
Uno Spazio Y al Quadraro
Paolo Assenza racconta così la nascita di Spazio Y: «La mia strada e quella di Giorgio si sono incontrate per la prima volta verso il 2010, quando il MAAM non esisteva ancora e in quell’ex salumificio occupato si stava girando il documentario Space Metropoliz diretto da Fabrizio Boni e Giorgio De Finis, al quale partecipai. Space Metropoliz raccontava, tra realtà e fantasia, la storia degli abitanti di Metropoliz che si preparavano ad affrontare il viaggio verso la luna, per farne la loro casa».
«Sentimentalmente – ha aggiunto – per quel viaggio sono partito anche io, insieme a Giorgio e a tutti gli abitanti dell’occupazione. Sulla scia delle immagini e delle energie che in quegli anni vibravano, e dallo spirito che spinge l’arte verso le dinamiche del gioco, in qualche modo è nato Spazio Y, idealmente seguendo la traiettoria spaziale del razzo di Metropoliz; perciò abbiamo voluto omaggiare la storia del MAAM con la narrazione del nostro viaggio interstellare».
Spazio Y nasce nel 2014 quando i semi della sua esistenza radicati nel quartiere romano del Quadraro germogliarono in occasione del settantesimo anniversario del “Rastrellamento del Quadraro”, operazione militare tedesca volta ad eliminare le fazioni partigiane attive nel quartiere. Artisti con visioni ed idee eterogenee tra loro, alcuni dei quali avevano il proprio studio proprio nei dintorni di Tor Sapienza, inaugurarono una nuova sede in via dei Quintili in cui potersi incontrare, lavorare e creare, dando vita ad una pratica collettiva animata non tanto da un comun denominatore, quanto dalla valorizzazione della diversità di idee e di declinazioni artistiche.
Da allora Spazio Y, costituitosi come risultato dell’esigenza artistica e sociale sentita dai locali, conduce attività artistiche e curatoriali nell’ambito dell’arte contemporanea operando negli spazi offerti dal Quadraro e definendo sotto il proprio manto di sogno, ironia e tenacia il suo carattere indipendente. Attualmente la sede di riferimento è studio Off1c1na e risulta tra le realtà contemporanee romane mappate dal MIC ne i Luoghi del Contemporaneo, nella Mappa della Roma contemporanea dell’Accademia di Francia a Roma – Villa Medici ed è stato inserito inserito nel progetto THE INDIPENDENT del MAXXI.
Il MAAM: i germogli da “Space Metropoliz”
Per quanto riguarda il MAAM, il museo sorge tra le travi dell’ex salumificio Fiorucci appartenente al gruppo imprenditoriale di costruttori Salini chiuso nel 2000, occupato nel 2009 da gruppi e nuclei familiari in emergenza abitativa di diverse nazionalità quali italiani, peruviani, rumeni e africani e riscoperto con occhio artistico nel 2011 da Giorgio De Finis. Di fronte al potenziale offerto dallo spazio occupato, De Finis lancia Space Metropoliz, esperimento di cinema situazionista atto a riproporre un esperienza di gioco ispirata al Viaggio nella Luna di George Melies combinata con pratiche artistiche finalizzate alla realizzazione di un razzo.
Per un anno, studiosi e artisti come Cesare Pietroiusti e Gian Maria Tosatti hanno frequentato l’ambiente, con l’obbiettivo di creare il razzo, oggetto simbolo per un viaggio compiuto verso un altrove realmente esistito tra gli spazi dell’ex fabbrica. Terminato il progetto furono gli abitanti a chiedere che il gioco continuasse e De Finis individuò una soluzione: condurre ciò che può essere identificato come il punto più alto, l’arte contemporanea, nel punto comunemente più basso, gli slum, e immaginò un museo abitato. Un miracolo che prese vita nonostante le iniziali difficoltà: nacque il MAAM, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz.
«Una barricata d’arte a difesa dei poveri e delle case, luogo fuori dal mercato, costruito sulla luna, dove gli artisti facevano opere a 4 mani, in una dimensione che non è del nostro tempo ma delle cattedrali medievali», sostiene De Finis. Attualmente sono presenti più di 800 opere di cui molte afferenti alla street e altre realizzate con l’utilizzo dei più svariati materiali, realizzate da una varietà di artisti come Borondo, Eduardo Kobra, Ginafranco Notargiacomo, Gianni Asdrubali, Giovanni Albanese.
Un compleanno che fa spazio alle novità
Una grande novità ridisegnerà le sorti del museo. Il MAAM diventerà pubblico: è previsto un intervento per la costruzione di 150 appartamenti popolari di cui circa 70 destinati agli attuali abitanti di Metropoliz, i restanti verranno assegnati in base alle liste d’attesa, mentre il museo verrà preservato e i suoi spazi principali riqualificati. Una risposta quasi surreale su come l’arte non solo può essere un interprete intransigente delle istanze sociali, ma può realizzare soluzioni concrete rispetto ai problemi senza tempo che affliggono la politica, l’impegno del MAAM sul tema dell’emergenza abitativa romana ne è un esempio lampante. Il passaggio del MAAM ad un gestione pubblica da parte del comune di Roma sarà una nuova sfida da calibrare con il tempo. I suoi aspetti soprattutto architettonici vengono affrontati durante incontri ciclici aperti al pubblico, il prossimo avrà luogo il 12 dicembre al Goethe-Institut di Roma.