Dall’Arte Povera all’Astrattismo, fino al contemporaneo più vivo (in tutti i sensi): si è appena conclusa Arte in Nuvola, l’unica grande fiera italiana del centro sud, determinata a farsi strada anno dopo anno e ad imporsi anche nel panorama europeo, grazie ad una proposta espositiva di qualità e dalla grande impronta divulgativa.
Collezionisti, appassionati, artisti, ma sopratutto giovane pubblico: nella fiera romana chiunque può immergersi nell’arte attraverso installazioni, talk e performance – curate dalla presidente di Re-Humanism Daniela Cotimbo e dalla direttrice artistica della fiera, Adriana Polveroni – vere sorprese di quest’anno. E, per comprendere a pieno l’obiettivo di questa edizione, quello di «un’arte costituita da target diversi, affinché tutti possano esperirla» come aveva affermato durante la preview stampa il presidente Alessandro Nicosia, è proprio da qui che bisogna partire. Perché è vero, forse l’arte non è per tutti, ma tutti devono avere la possibilità di viverla.
Tra talk e performance, ad Arte in Nuvola il pubblico è vicino all’arte
Ed ecco, forse, il senso dei talk che si sono susseguiti nelle varie giornate fieristiche, esplorando tematiche di grande attualità nel mondo dell’arte ed animati dalla voce di alcuni dei suoi protagonisti, fra storici dell’arte, editori, collezionisti, curatori e realtà che fortunatamente continuano a investire in progetti culturali come Banca Ifis.
Stesso discorso per l’arte performativa, dall’innegabile capacità inclusiva, la più effimera delle forme artistiche, di cui però rimane vivo il ricordo. Quattro gli appuntamenti di quest’anno, fra indagini legate alle relazioni sociali, ai femminismi, all’ecologia e alla memoria urbana e al recupero delle subculture: Francesco Fonassi, Iginio De Luca, il collettivo LU.PA e Francesca Cornacchini, i protagonisti.
Arte in Nuvola, la fiera nazionale che punta all’internazionalità
Tra le altre novità, una sezione dedicata alla fotografia con protagonisti nazionali e internazionali, con un focus dedicato al concetto di identità. Si aggiunge la scelta di avere annualmente ospite una regione italiana. Per questo primo anno, è stata la Puglia, con un con un inedito vis-à-vis tra De Nittis e Pascali, quei due che la Puglia l’avevano lasciata alle spalle per trovare fortuna fuori da questa fertile terra, oggi non più periferia dell’arte.
Nonostante la vocazione internazionale della manifestazione, con il Portogallo che è stato quest’anno paese ospite con la mostra Uma Volta ao Sol, Arte in Nuvola non rinuncia alla sua impronta istituzionale. Rispetto ad altre fiere però, non è presente uno stand unico del ministero, ma sono disseminati lungo tutto l’itinerario, quasi a volerne intervallare il percorso, dal Museo Andersen alla Direzione degli Archivi, fino all’Istituto Centrale per la Grafica. Presente anche la Roma istituzionale, con un reparto dedicato alla figura di Aristide Sartorio.
Menzione speciale infine, per gli stand di editoria: Segno, Inside Art, Artribune, Arte, Galleria Russo Cataloghi ed Exibart, in una posizione più privilegiata rispetto lo scorso anno.
Dal moderno al contemporaneo: alcune delle opere più belle in fiera
140 le gallerie partecipanti, con una crescente presenza di spazi del nord Italia. Bellissima l’installazione di Daniele Sigalot Un Ritratto di Chiunque a Roma da WEM Gallery con un set fotografico partecipativo dove il pubblico ha avuto la possibilità di essere immortalato riflesso nella mappa della Capitale – (riprendendo sempre il discorso di una partecipazione attiva dello spettatore nel mondo dell’arte).
Sono inoltre tornate all’Eur alcune opere della collezione del MAXXI: Casa senza titolo di Sislej Xhafa, nel piano forum della Nuvola e Climbing di Vedovamazzei, allestita in un’area espositiva a loro dedicata. Il duo è presente anche nello stand di Magazzino, con un cospicuo e scenografico corpus di disegni di Storia Naturale e con Rain, un neon di luce bianca che riproduce la scritta “Hell”. Molto interessante la sezione dell’arte in vetro curata da Berengo Studio, con diverse opere come quella di Ai Wei Wei che riproduce in serie il suo celebre dito medio.
Spicca all’ingresso l’opera di Wang Yuxiang Il lavaggio, dalla galleria milanese Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea. L’installazione, di sampietrini, vetro e acqua, riflette sul concetto del “lavare via il tempo” attraverso la desemantizzazione di un sampietrino come simbolo culturale e con l’acqua, sostanza eterna che lava via artisticamente il tempo, la storia, ciò che siamo e ciò che eravamo. In eventi transitori come questo, paradossi dell’eternità dell’arte, attuale più che mai.