Alle Gallerie d’Italia, la storia di una Milano artistica e colta

Nel suo museo delle Gallerie d'Italia, Intesa Sanpaolo ha realizzato un'esposizione dal forte carattere identitario per il capoluogo meneghino

Curata da Marco Carminati, Fernando Mazzocca, Alessandro Morandotti e Paola Zatti, la mostra Il genio di Milano. Crocevia delle arti dalla Fabbrica del Duomo al Novecento, racconta l’identità cosmopolita del capoluogo lombardo da un punto di vista artistico, culturale e scientifico, ripercorrendo ben dieci secoli di storia, arte e innovazione, caposaldo prospettico nazionale e internazionale.

Realizzata da Intesa Sanpaolo, sotto lAlto Patronato del Presidente della Repubblica e in partnership con la Veneranda Biblioteca Ambrosiana, l’esposizione, visibile sino al 16 marzo 2025, è ospitata nella sede milanese delle Gallerie d’Italia in piazza della Scala e vede la collaborazione delle più importanti istituzioni meneghine, testimonianza di una realtà artistica milanese feconda e sempre pronta a nuove sperimentazioni.

Gallerie d’Italia e la storia dell’arte milanese: dalla Fabbrica del Duomo a Lucio Fontana

La retrospettiva racconta il grande fermento creativo di una città in fermento e aperta alle innovazioni del contemporaneo, culla di tendenze artistiche internazionali che continuano ad influenzare il presente. Ad aprire il percorso, la Veneranda Fabbrica del Duomo che mostra le prime fasi di un cantiere dominato da maestranze tedesche e francesi. Si prosegue con una parte interamente dedicata a Leonardo Da Vinci e al suo genio indiscusso, con l’immensa eredità che ancora oggi vive tra i posteri. “Un altro de’ primi pittori del mondo sprezza quell’arte dove è rarissimo“, scriveva premonitore Baldassarre Castiglione ne Il Cartesiano del 1528.

La terza sezione testimonia il mecenatismo di Federico Borromeo e la sua politica culturale, riflettendo visivamente sull’ermetico seicento fiammingo e sui suoi paesaggi naturalistici. Dallo straordinario monumentalismo di Giambattista Tiepolo, che stupisce, sconvolge e seduce, all’innovatore del Rococò Sebastiano Ricci, il focus si sposta sul periodo neoclassico e su una Milano centro propulsore dell’illuminismo e crocevia intellettuale sotto il governo austriaco, grazie a figure come Giuseppe Piermarini.

L’esposizione esplora poi l’ascesa del Romanticismo tra Francesco Hayez e Giuseppe Molteni, seguita dallo sviluppo del Divisionismo alla fine dell’Ottocento, movimento che avrebbe poi aperto la strada al Futurismo. L’ottava sezione è dedicata al movimento del Novecento e culmine del viaggio artistico è la figura di Lucio Fontana, metafora di un’arte che dalla figurativa concretezza dell’immaginario visivo medievale si esaurisce nell’astrattismo più puro, intersecandosi in un mondo fatto di colore, spazio e forma, dove la luce muore nel momento esatto in cui diventa pura forma materica.

Dal 23 novembre 2024 al 16 marzo 2025
Gallerie d’Italia, Milano

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