Grande amico di artisti come Francis Bacon e Lucian Freud ed altri membri della London School Frank Auerbach era nato a Berlino nel 1931 e arriva a Londra nel 1939 come rifugiato dalla Germania nazista, scampando alle persecuzioni razziali che lo resero orfano. La sua prima mostra retrospettiva risale al 1978, presso la Hayward Gallery; nel 1986 arriva invece il Leone d’oro alla Biennale di Venezia. Recentemente, era stata accolta con grande successo la sua mostra Charcoal Heads, presentata quest’anno alla Courtauld Gallery.
Tra le ultime esposizioni, una è stata in Italia, precisamente Venezia dove Palazzo da Mosto ha ospitato la mostra Starting Again, con una selezione di opere che segnano la sua maturità espressiva. L’artista britannico-tedesco è stato tra i maggiori protagonisti della “realtà astratta” con un segno pittorico che ancora oggi è fonte di ispirazione per personalità del contemporaneo.
Geoffrey Parton, direttore della Galleria Frankie Rossi Art Project che ha rappresentato l’artista durante la sua carriera lo ha definito al quotidiano Guardian come «uno dei più grandi pittori della nostra epoca, abbiamo perso un caro amico e un artista straordinario, ma ci si consola sapendo che la sua voce risuonerà per le generazioni a venire».
Il gesto pittorico di Frank Auerbach
«L’arte è un occhio che non si spegne mai», aveva più volte ribadito. Frank Auerbach amava dipingere ritratti e scene ambientate in aree urbane di Londra come Camden Town. Il pittore, sebbene considerato espressionista, non ha mai cercato di trovare equivalenti visivi a stati emotivi ma piuttosto risolveva l’esperienza dell’essere nel mondo attraverso la pittura.
Nelle sue opere, è caotica la visione del mondo, pertanto il pittore tedesco si pone l’ambizioso compito di imporre un ordine nel caos riproducendo sulla tela quell’ideale equilibrio: l’artista ha inoltre sempre cercato di sviluppare relazioni intense con soggetti particolari, con le persone che dipinge, ma anche con i luoghi urbani che raffigura nelle sue opere.