Il 19 novembre 2024 andrà all’asta da Phillips a New York l’opera Skyscrapers, “ritratto” della Trump Tower realizzata da Andy Warhol (Usa, 1928-1987) nel 1981. Il dipinto, dal valore stimato tra i 500.000 e i 700.000 dollari, era stato originariamente commissionato da Donald Trump, anche se Warhol non è mai stato pagato per il lavoro svolto. Trump aveva chiesto il ritratto dell’edificio, ma non era soddisfatto del risultato. Il dipinto è rimasto nella cerchia di Warhol prima di essere acquistata da un collezionista privato.
Una commissione voluta e rifiutata da Trump
Warhol menziona per la prima volta nei suoi diari Trump e la sua prima moglie, Ivana, il 22 febbraio 1981. Dopo aver incontrato la coppia a una festa di compleanno si rivedono due mesi dopo. Trump visita la Factory di Warhol, in un incontro organizzato da Marc Balet, direttore artistico della rivista Interview. Warhol descrive Trump come un “butch“, espressione traducibile come “maschiaccio” ma tipica della sottocultura queer dell’epoca. In inglese si usa per descrivere un tipo di persona, solitamente una donna, che esprime tratti considerati tradizionalmente maschili, sia nell’aspetto che nel comportamento.
Warhol si fa convincere a realizzare dei ritratti del complesso della Trump tower, allora ancora in costruzione. Basandosi sui modelli, Warhol crea diverse tele serigrafiche, nelle tonalità del nero, dell’argento e dell’oro. Per trasmettere sfarzo e opulenza, usa una miscela di vernice bagnata e vetro smerigliato, nota come “polvere di diamante”, un materiale che userà anche per lavori successivi.
Quando dopo pochi mesi i Trump tornano alla Factory per vedere i dipinti non rimangono colpiti, anzi. “Non so perché ne ho fatti così tanti, ne ho fatti otto”, scrive Warhol nel suo diario, “In nero, grigio e argento, che pensavo sarebbero stati così chic per l’atrio. Ma è stato un errore farne così tanti, credo che li abbia confusi. Però penso che Trump sia un po’ tirchio, ho questa sensazione.”
Warhol non sarà mai pagato per le sue opere. Nei suoi diari c’è traccia di un incontro con Ivana Trump e il racconto di un imbarazzante colloquio. Di Warhol si legge il risentimento quando nei suoi diari annota: “Odio ancora i Trump perché non hanno mai comprato i dipinti che ho fatto della Trump Tower”.
Quale futuro per l’opera?
New York Skyscrapers è ora nella collezione di Bruno Bischofberger, gallerista e amico intimo di Warhol, che ha incluso l’opera in una mostra, Gems & Skyscrapers, nella sua galleria di Zurigo nel 2001. Secondo la casa d’aste, l’opera è stata poi acquistata da un collezionista anonimo che ora la offre a Phillips. Le opere di Warhol spesso vengono battute all’asta per cifre da capogiro: tuttavia dopo l’elezione di Donald Trump per il suo secondo mandato risulta difficile prevedere l’esito dell’asta. E se dopo tutti questi anni Trump si ravvedesse e decidesse di comprare l’opera, per mostrarsi con un volto diverso rispetto a com’era apparso a Warhol?