Alla Triennale l’omaggio di Milano a Fiorucci

Nell'istituzione milanese ha preso il via la più grande mostra mai realizzata su Elio Fiorucci. Esposte anche registrazioni inedite

Triennale Milano ospita fino al 16 marzo 2025 la più ampia retrospettiva mai dedicata all’iconico stilista e designer Elio Fiorucci, figura di spicco del mondo della moda dagli anni ‘70. Curata da Judith Clark, con un allestimento di Fabio Cherstich, la mostra multimediale ha aperto al pubblico il 6 novembre 2024 e compone in ordine cronologico un ritratto personale e pop dello stilista. La storia di un visionario prende vita, con materiale dell’archivio personale di Fiorucci, reperti della produzione industriale e anche la sua voce, in registrazioni inedite che ne raccontano la vita e la storia del marchio.

Un’ampia selezione di capi, oggetti, e fotografie ne esaltano lo spirito anticonformista e innovativo. «Invadendo di colori e forme la Milano cupa degli anni Settanta e poi esportando la sua cometa cromatica nel mondo – commenta il presidente della Triennale Stefano Boeri -, Elio Fiorucci ha dato alla sua città il regalo di un primato nella creatività internazionale». L’obiettivo è offrire uno sguardo sull’eredità culturale di Fiorucci, che ha trasformato il mondo della moda con un approccio pop e irriverente, segnando una nuova estetica urbana.

Nato a Milano nel 1935, Fiorucci si affaccia nel mondo della moda negli anni ‘60, partendo dal piccolo negozio del padre. Nel giro di pochi anni sbarca a New York, dove Ettore Sottsass, Andrea Branzi e Franco Marabelli progettano il negozio. Poi l’amicizia con Madonna e Andy Warhol (che nel negozio di Manhattan presenta la sua rivista Interview): Fiorucci ha ben presto ampliato la sua visione, trasformando il suo brand in una potenza internazionale, mescolando il glamour americano con la creatività italiana. Negli anni lo store milanese resta l’epicentro della sua visione: un luogo di incontro per artisti, designer e giovani creativi. Celebre per i suoi angioletti in stile liberty e le campagne provocatorie, Fiorucci ha saputo anticipare molte tendenze, includendo la cultura disco e la moda denim, simbolo della sua estetica ribelle e pop.

«Abbiamo voluto riempire, proprio qui, dove il fenomeno Fiorucci è nato ed esploso, il vuoto di una formidabile amnesia» prosegue Boeri, che vede in Fiorucci una figura d’avanguardia del suo tempo, capace di influenzare la cultura giovanile internazionale. Lo stilista avrebbe fatto di Milano la «culla delle contaminazioni più fertili e audaci non solo tra moda, design, arte visiva e pubblicità, ma anche tra cultura e commercio». Fiorucci è stato un pioniere nell’utilizzo dello spazio commerciale come esperienza culturale, gettando ponti tra arte contemporanea e moda. Un modo d’intendere il gusto culturale del suo tempo che avrebbe influenzato i futuri negozi di moda in tutto il mondo.

La mostra alla Triennale rappresenta un omaggio alla visione unica di Fiorucci e alla sua capacità di rompere barriere, ridisegnando i confini tra moda, arte e cultura pop. I curatori Eleonora Fiorani e Stefano Boeri sottolineano come questa esposizione sia una celebrazione dell’audacia di Fiorucci e della sua capacità di trasformare oggetti di consumo e le loro contraddizioni in opere d’arte. I visitatori potranno immergersi in un universo visivo vibrante, un viaggio attraverso un’epoca di grande fermento culturale e innovazione.

info: triennale.org

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