Le macchine di Jean Tinguely raggiungeranno Pirelli HangarBicocca

La mostra milanese sarà la più grande retrospettiva in Italia dedicata a Jean Tinguely dopo la morte nel 1991

Dopo eL Seed e Nari Ward, Pirelli HangarBicocca presenta Jean Tinguely, la più estesa retrospettiva realizzata in Italia dopo la scomparsa dell’artista. In esposizione dal 10 ottobre 2024 al 2 febbraio 2025, la mostra tenterà di mettere in luce la radicalità e la natura sperimentale di Jean Tinguely (1925-1991), tra gli artisti che hanno tracciato la storia dell’arte del XX secolo, rimarcando la sua attualità nel presente e la sua valenza contemporanea ancora oggi.

La retrospettiva per il centenario della nascita

Il percorso espositivo prevede oltre trenta lavori realizzati dagli anni ’50 agli anni ’90 che saranno disposte lungo i 5.000 metri quadrati delle Navate della struttura, dando vita ad una coreografia sonora e visiva formata dalle opere più rappresentative del percorso artistico di Tinguely, da quelle seminali a quelle cinetiche monumentali. Realizzata da Pirelli HangarBicocca in collaborazione con il Museo Tinguely di Basilea, la mostra è a cura di Camille Morineau, Lucia Pesapane e Vicente Todolí con Fiammetta Griccioli e fa parte del palinsesto di eventi culturali realizzati per celebrare i cento anni dalla nascita dell’artista (1925-2025).

Jean Tinguely: «Sono un artista del movimento»

In un’intervista in onda sulla Radio Televisione Belga il 13 dicembre 1982, Tinguely parlava di sé come di «un artista del movimento». «Ho cominciato facendo pittura – raccontava – ma mi sono arenato, ero in un vicolo cieco». E infatti, la sua sperimentazione si è concentrata sul superamento della bidimensionalità, sull’assidua ricerca sul movimento della materia e degli oggetti e sul cambiamento continuo, scardinando il concetto di composizione permanente e definitiva. Una attitudine artistica che si riferisce a temi esistenziali più ampi come la precarietà e transitorietà dell’essere umano e l’evoluzione dei contesti sociali e politici.

Tra i maggiori esponenti dell’arte cinetica, Jean Tinguely ha rivoluzionato il concetto di opera d’arte con un lavoro costantemente legato alla macchina, al suo funzionamento e movimento, ai suoi rumori e suoni. Uno dei primi artisti ad utilizzare oggetti di scarto, ingranaggi e altri materiali da saldare insieme per creare macchine rumorose e cacofoniche funzionanti con veri e propri motori, Tinguely ha dotato i propri lavori di un carattere performativo, generato dal loro costante movimento e dal conseguente coinvolgimento del pubblico. L’ingranaggio, e in particolare la ruota, sono spesso gli elementi fondanti delle sue opere, i cui funzionamenti tradizionali sono volontariamente sgretolati dall’artista, che libera la macchina dalla tirannia dell’utilità, favorendo l’imprevisto e l’effimero all’interno dei suoi marchingegni.

La macchine di Tinguely nelle Navate di Pirelli HangarBicocca

La mostra milanese in Pirelli HangarBicocca traccerà un percorso nell’evoluzione artistica di Tinguely, prendendo le mosse dalle sculture sperimentali méta-mecanique della metà degli anni ’50. Nella rassegna saranno infatti presenti opere come Gismo (1960), imponente scultura meccanica dotata di ruote e motore, Ballet des Pauvres (1961) realizzata con oggetti di uso domestico, le grandi macchine come Requiem pour une feuille morte del 1967, Plateau agriculturel (1978) realizzata con diversi macchinari per il lavoro agricolo, i Philosopher del 1988 e 1989, dedicati ai filosofi antichi e moderni (che hanno teorizzato l’anti materialismo), oltre alle macchine musicali come Méta-Maxi e le opere come Pit-Stop del 1984 e Shuttlecock del 1990, che rivelano la grande passione dell’artista per la Formula 1 e per le gare di velocità.

Pronta a inaugurare a ridosso dei cento anni dalla nascita dell’artista, la retrospettiva sarà anche l’occasione per ricordare al pubblico il profondo rapporto di Jean Tinguely con Milano, dove ha realizzato alcuni dei suoi progetti più ambiziosi come La Vittoria (1970), l’iconica performance-spettacolo organizzata di fronte al Duomo. L’ultimo grande tributo a Jean Tinguely in un’istituzione italiana avvenne nel 1987, quando l’artista era ancora in vita, con la mostra Una magia più forte della morte, aperta nella sua prima tappa a Venezia a Palazzo Grassi e curata da Pontus Hultén, importante curatore e direttore di museo, oltre che grande amico e promotore dell’artista.

info: pirellihangarbicocca.org

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