Waves Only Exist Because the Wind Blows, con una frase poetica eL Seed, artista di origini tunisine e naturalizzato francese, dà il nome all’intervento per la facciata esterna del Cubo di Pirelli HangarBicocca a Milano. Un monumentale murale di 1000 metri quadrati che ne ricopre la parete principale, un moto ondoso che sprigiona potenza ed energia sui cieli meneghini: «un senso di movimento – come lo racconta l’artista – insito nella natura e nell’uomo». Ma anche un intrigo di idiomi, grafismi provenienti dallo studio calligrafico della lingua tunisina e nomi coperti da grandi pennellate: il tutto abilmente rielaborato in segni e forme che hanno accompagnato l’artista in venticinque anni di attività nello scenario artistico dell’Urban Art, e permesso di raggiungere importanti onorificenze.
L’opera rappresenta il secondo capitolo del progetto nato nel 2016, dal nome Outside The Cube, dedicato all’interazione tra forme d’arte e luoghi pubblici. Lo spazio esterno precedentemente era stato affrescato dal duo artistico OSGEMEOS con Efêmero. «eLSeed lavora non su un muro vuoto, ma attraverso il muro pone le basi per uno spazio condiviso – fa notare il curatore del progetto Cedar Lewisohn – e la concettualità delle opere è la medesima: entrambe le realizzazioni parlano di movimento». Se infatti Efêmero trattava il tema del viaggio immaginario servendosi del contesto metropolitano, le onde approfondiscono il rapporto tra andare e venire, tra origine e meta, simbolo di questa intima connessione. «Viaggiare, per me, è incontrare nuove persone, scoprire con loro nuovi luoghi, aprirsi a nuovi contatti – continua l’artista – e il senso di questa creazione è quello di riaccendere nello spettatore un senso di comunità, trasportandolo in un mare di diversità e inclusione, che si conosce solo spingendosi a largo dalle proprie spiagge».
Ad avvalorare il tema del murale vi sono le parole di Cesare Pavese, tratte dal romanzo La Luna e i falò, che eL Seed ricorda: “un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via”. E, quel «paese senza maiuscola» è dipinto lì ed è di tutti, proprio come la Milano da lui descritta. L’artista ha alle spalle un vissuto tempestoso: un’esperienza da migrante che descrive con una metafora, quella di «un’onda nel
mare» e un forte senso di appartenenza alla sua cultura d’origine. Da qui l’idea di «costruire una casa in ogni luogo che visito, che non appartiene a me, ma a chiunque decida di condividerla con me». Un modo alternativo dunque, di ricercare intimità nonostante la lontananza.
Un abitare, quello dell’immaginario visivo di eL Seed, che forse non è fisico, ma esiste nel momento in cui si prova la sensazione di conoscere ed esser parte di un luogo. E se tra gli obiettivi del viaggio, vi è anche quello di rintracciare un’emozione di familiarità tra diversi punti geografici, le onde realizzate per Pirelli HangarBicocca completano la sua storia. Un racconto che si dirama da est a ovest, giungendo a una conclusione che lui stesso definisce come «personale verità», ricordandoci che viaggiare è soprattutto tornare, proprio come le onde, che in un modo o nell’altro, si infrangono sempre sulla riva.