«Automatismo psichico puro, attraverso il quale ci si propone di esprimere, con le parole o la scrittura o in altro modo, il reale funzionamento del pensiero. Comando del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica e morale» scriveva André Breton nel 1924 sul Manifesto del Surrealismo.

Durante l’ultima Paris Design Week, facendo eco proprio alla mostra dedicata al centenario sul movimento e visibile sino a gennaio 2025 al Centre Pompidou, l’architetto di interni Joan Madera ha progettato una mostra di mobili storici di BD Barcellona Design basata su un raro prototipo del divano di Salvador Dalì del 1972, evoluzione della seduta Bocca che Dalì aveva realizzato nel 1938 per Eduard James, mecenate del surrealismo. A quanto pare infatti, le origini dell’eccentrico divano, risalgono alla fine degli anni ’30, quando James chiese espressamente a Dalì il pezzo di design per Monkton House, suo appartamento di campagna nel West Sussex, che aveva intenzione di riconfigurare come spazio totalmente surrealista.

L’architetto Madera ha affermato che «l’artista surrealista voleva che questa bocca fosse molto realista. Stava sperimentando nuovi materiali». Un privilegio dunque, poter ammirare da vicino il Dalì designer, di cui ad oggi non rimane molta traccia.


Ad essere presente, anche la poltrona Invisible Man, ispirata al dipinto Singularities del 1935: la tela è parte di una serie di opere che rappresentano personaggi invisibili le cui sagome e stampi sono stati lasciati sui mobili. La sedia è realizzata artigianalmente con un calco umano seduto all’interno di una cornice di pelle di pecora, sormontata da una lampada sopra il poggiatesta.


Si aggiungono altri pezzi unici, come la poltrona-scultura Leda o l’abat jour Muletas, che hanno reso l’esposizione un unicum nel percorso creativo del genio surrealista.



