La Biennale di Adriano Pedrosa ha rappresentato per Louis Fratino un banco di prova. Dopo il grande successo di critica riscontrato a Venezia, l’artista statunitense sceglie ancora l’Italia per la sua nuova personale. Lo scenario è costituito dalle architetture avveniristiche del Centro Pecci di Prato, che accogliendo Louis Fratino. Satura riconferma la propria vocazione sperimentalistica e la dedizione alle ricerche artistiche più recenti. Così, per la prima volta in un’istituzione, Louis Fratino porta al Centro Pecci le proprie pitture provocatorie e i paesaggi magici, raccolti in una mostra che programmaticamente sottolinea il legame dell’artista statunitense con i modi dell’arte italiana.
“Louis Fratino. Satura”: «Gli immaginari omoerotici aggiornano i temi della storia della pittura»
Curata da Stefano Collicelli Cagol, direttore del museo pratese, l’esposizione sarà aperta al pubblico dal 26 settembre 2024 al 2 febbraio 2025 ed è parte del programma annuale La Toscana al Centro, dedicato ad artiste e artisti che nel corso della propria carriera hanno attraversato il territorio regionale. Tra i presenti alla conferenza stampa della mostra, il Presidente della Fondazione per le arti contemporanee in Toscana Lorenzo Bini Smaghi. «Il Centro Pecci conferma la sua vocazione di centro culturale internazionale e sperimentale mantenendo un forte ancoraggio al territorio – ha dichiarato – presentando per la prima volta in un’istituzione artistica la mostra monografica di Louis Fratino. Il giovane artista statunitense ha conquistato un grande consenso pubblico a livello globale e siamo felici che il Centro Pecci sia la prima istituzione a raccogliere per la prima volta più di sessanta sue opere oggi in collezioni di tutto il mondo».
Presente, oltre all’artista e al curatore, anche la Sindaca di Prato Ilaria Bugetti. «Il Centro Pecci – ha affermato – porta a Prato una grande artista internazionale attraverso una mostra che parla moltissimo dell’Italia. Dipinti, disegni e sculture ispirati a molti artisti italiani del Novecento per raccontare la bellezza in tutti i suoi colori. Bellezza di cui vogliamo essere pieni o meglio, saturi, come ben indica il titolo di questa esposizione. Esposizione personale di cui vantiamo con orgoglio il primato quale istituzione pubblica».
«Louis Fratino. Satura è una mostra che testimonia il percorso dal 2017 a oggi di uno dei più interessanti artisti della generazione emergente», ha dichiarato Stefano Collicelli Cagol. «Nelle sue opere, attraverso un immaginario queer e omoerotico – ha aggiunto – Fratino aggiorna i grandi temi della storia della pittura: dal ritratto, al paesaggio, al nudo, alla natura morta, interrogandone la validità nel XXI secolo. La mostra guarda in particolare all’influenza che la tradizione artistica, letteraria e cinematografica italiana del Novecento ha avuto sull’artista. Con un formidabile talento pittorico e compositivo, Fratino risveglia i sensi di chi si confronta con le sue opere. In mostra sono raccolti i dipinti, disegni, sculture, litografie e quaderni di schizzi».
Una mostra “satura”
Richiamando la dizione latina “Satura Lanx”, un piatto da portata riempito con diverse primizie pensato per essere offerto agli Dei, da cui discende il genere letterario, caratterizzato da una varietà di stili, l’esposizione illustra l’opulenza materica dell’artista e la ricchezza dei colori. Il percorso espositivo riunisce infatti una serie di sculture, oltre 30 dipinti e più di 20 opere su carta tra disegni e litografie, dando la possibilità di approfondire la ricerca dell’artista attraverso lavori esistenti e altri di nuova produzione.
In occasione di Satura, Fratino presenta dodici nuovi dipinti di dimensioni diverse caratterizzati da scenografie suntuose, paesaggi, nature morte, ambienti domestici, ritratti e momenti di intimità. Un nucleo pittorico che consente un ulteriore approfondimento dei temi tipici della sua produzione, come
il corpo nudo disteso, il ritratto di famiglia, la natura, l’erotismo e il sesso, mettendo in luce motivi da
sempre presenti nell’opera di Fratino, sin dai suoi primissimi lavori. Accanto a questa selezione, la mostra include otto album di schizzi che permettono al visitatore di scoprire la pratica dell’artista, in particolare portando in luce come il disegno sia sostegno e ispirazione per la composizione pittorica.
Nel corso della rassegna emergono con evidenza le relazioni tra l’artista e l’Italia. Accanto al riconoscimento di Guttuso e di Clementi nei suoi lavori, Louis Fratino esplicita l’ispirazione tratta da diversi artisti italiani del Novecento, come Filippo De Pisis, Mario Mafai, Costantino Nivola, Felice Casorati, Carlo Carrà, Fausto Pirandello e Guglielmo Janni. L’Italia ha rappresentato per Fratino non solo un bacino di maniere pittoriche, ma anche una piattaforma da cui trarre immaginari, dall’esperienza immersiva del paesaggio italiano e di città come Roma, Milano, Genova, alle vedute della costa tirrenica, dove le luci del Mediterraneo e la vegetazione voluttuosa si uniscono a una ricerca approfondita sulla cultura del Paese attraverso la lettura delle poesie di Sandro Penna, Patrizia Cavalli, Pier Paolo Pasolini e degli scritti sull’omosessualità di Mario Mieli.
L’esposizione sarà corredata da un catalogo edito da Mousse Publishing in cui sarà possibile approfondire ulteriormente la relazione tra l’Italia e l’opera di Fratino, grazie a un ricco apparato iconografico e a una serie di testi critici tra storia dell’arte e della letteratura e teorie queer commissionati per l’occasione.
info: centropecci.it