Gelitin/Gelatin protagonista della quarta stagione di FOROF

Con un progetto ispirato alla liberazione di Roma, il collettivo viennese arriva per la prima volta nella Capitale

Opere anticonvenzionali e liberatorie, con un progetto espositivo inedito e site-specific pensato in dialogo con il sito archeologico della Basilica Ulpia, i cui resti sono oggi visibili negli spazi sotterranei di FOROF: il collettivo Geltin/Gelatin è protagonista della quarta stagione con l’esposizione Nimbus Limbus Omnibus, dal 2 ottobre 2024 al 30 giugno 2025. Il titolo enigmatico evoca il potere liberatorio dell’arte, invitando i visitatori a riflettere sulla transizione e sul superamento dei confini.

Il curatore Bartolomeo Pietromarchi ha sottolineato che può essere interpretato come «il momento in cui ciascuno di noi (omnibus) si trova in uno stato di transizione. Un passaggio indefinito come una nube eterea (nimbus) o un confine (limbus), che nella visione degli artisti si riferisce al potere liberatorio della loro arte dalle convenzioni, dai pregiudizi e dai tabù. Sia a livello individuale che collettivo».

La mostra è suddivisa in due sezioni che trasformano gli spazi sotterranei di FOROF. La prima parte offre un accumulo di opere e oggetti creati dal collettivo in 25 anni di attività, evocando un grande archivio della memoria. La seconda, invece, presenta busti scultorei che sovvertono la tradizione classica romana con un impatto psicologico innovativo.

La storia del collettivo

Il collettivo Gelitin/Gelatin è composto da Wolfgang Gantner, Ali Janka, Florian Reither e Tobias Urban. I quattro artisti lavorano e vivono a Vienna. I loro progetti spaziano fra mezzi espressivi disparati, dalla performance e l’installazione alla scultura e alla tecnologia. Un’apparente diversità unità però da uno scopo comune: sfidare il rapporto convenzionale tra opera d’arte e pubblico.

Un’arte che richiede la partecipazione del pubblico per essere esperita, incoraggiando gli spettatori a diventare co-creatori e collaboratori piuttosto che spettatori passivi. In alcuni casi, invitano persino alla distruzione dell’opera d’arte, offuscando i confini tra creazione e demolizione. Attraverso la loro miscela unica di umorismo, spontaneità, ingenuità infantile e audace sessualità, il collettivo invita ognuno di noi a oltrepassare, dimenticare e addirittura distruggere i costrutti che la società spesso ci impone.

Dal 2 ottobre 2024 al 30 giugno 2025
info: FOROF

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