Paola Severino è un’avvocata, presidente della Luiss School of Law e Professore Emerito di Diritto penale all’Università Luiss Guido Carli. Dal 16 novembre 2011 al 28 aprile 2013 è stata Ministra della Giustizia del Governo Monti. Nel 2021 ha assunto le cariche di Presidente del comitato scientifico del Piano nazionale di ripresa e resilienza, istituito al Ministero dell’università e della ricerca, e della Scuola nazionale dell’amministrazione. Nel 2015 è stata insignita del titolo di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Paola Severino è stata intervistata dall’editore di Inside Art, Guido Talarico, in occasione del convegno The Art Symposium tenutosi alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma il 27 maggio 2024.


In relazione all’università hai rivestito diversi ruoli in vari ambiti. Qual è dal tuo punto di vista il rapporto tra pubblico e privato e il ruolo della formazione nell’implementare la crescita culturale del Paese?
Credo molto nella multidisciplinarietà, perché le mie esperienze mi hanno insegnato come possa essere utile mettere insieme vari aspetti della conoscenza non solo per insegnare, ma anche per apprendere. Sono Presidente della School of Law della Luiss, una università che punta alla preparazione di eccellenza, investendo molto anche sulla formazione post lauream. La Luiss è stata infatti tra i primi atenei in Italia e in Europa a creare un master in Art Law, perché ci sono tante componenti che devono essere coltivate nella formazione di un giovane laureato in giurisprudenza, sia in relazione alla tradizione culturale e artistica italiana, che rispetto all’innovazione che sta investendo, come gli altri, il nostro Paese.
Partiamo dalla tradizione: l’Italia è sempre stato un Paese produttore di arte straordinaria. È anche per questo che ci siamo sempre spesi in favore di una legislazione armonizzata, a livello europeo, per la tutela dell’arte. In Luiss, riteniamo infatti essenziale sensibilizzare i nostri giovani alla tutela dell’arte in una prospettiva non esclusivamente interna, ma che guardi alla dimensione sovranazionale e comparata, creando spazi anche per la promozione del patrimonio. In questo senso, nella nostra università l’interazione con il mondo delle imprese è fondamentale: la ricerca teorica è importante, ma deve essere anche una ricerca che si sperimenta e che diventa pratica, consentendo ai nostri studenti, attraverso il confronto col mondo delle imprese, di parametrare la tutela dell’arte alle esigenze dell’economia, e non solo di quella del nostro Paese.
Parlando di economia, non posso non citare il Master in Art Management, un’altra esperienza che Luiss mette a disposizione dei giovani laureati, perché l’arte ha bisogno di persone che sappiano apprezzarla dal punto di vista storico e scientifico, ma che la sappiano anche valorizzare. È importante trasmettere la capacità di gestire l’arte, di proporla e presentarla, per superare quella sorta di pregiudizio per cui l’arte deve essere offerta gratis e non deve produrre alcun tipo di reddito. Un bravo direttore di museo deve saper dare a tutti la possibilità di visitarlo, ma deve anche saper rendere quel museo capace di produrre utili che a loro volta possano essere impiegati per la sua gestione, in modo tale da consentire a tutti di godere delle sue bellezze.
Un altro tema è quello dell’AI, a cui siamo per molti aspetti debitori, ma è importante saperla governare. E questo riguarda particolarmente i giovani; quindi sono necessari master che sappiano dare loro non solo conoscenze teoriche – che sono la cornice in cui bisogna inserire tutto il resto –, ma anche competenze specialistiche che consentano loro, ad esempio, di usare concretamente le risorse fornite e le accelerazioni consentite dal corretto uso dell’A.I. Un obiettivo, questo, che Luiss cerca di perseguire con un approccio sempre più multidisciplinare.
Formazione e collezionismo: in questo Luiss ha fatto molto con il master in Management dell’Arte. Come ha affrontato Luiss questo percorso e quali sono gli obiettivi finali?
Educare i giovani al tema del collezionismo non vuol dire solo trasmettere la capacità di distinguere ciò che vale da ciò che non vale, o ciò che è vero da ciò che è falso, ma anche formare giuristi esperti che possano fornire un parere utile e giuridicamente corretto. Ad esempio, sono molto richiesti gli avvocati che si occupano di mercato dell’arte o che sappiano consigliare un collezionista non solo su cosa scegliere, ma anche su quali cautele prendere nel momento in cui sta acquistando un’opera d’arte. Naturalmente c’è un metodo, e Luiss insegna proprio questo ai giovani che diventeranno avvocati specializzati in Art Law.
L’obiettivo non è sostituire l’expertise di coloro che da una vita vivono nel mondo dell’arte, ma offrire conoscenze specialistiche sui criteri dell’acquisto e le sue modalità. Ovviamente, per fare questo, occorre uno stimolo iniziale, che è quello dell’amore per l’arte. In questo l’università è importante, intesa come luogo d’incontro in cui si può imparare anche la bellezza dell’arte e della musica, in modo tale che gli studenti possano essere, prima di tutto, persone culturalmente complete. Attraverso i master Luiss vuole dare agli allievi non solo competenza, ma anche passione.
Tra gli altri, abbiamo anche un programma in Musica e Management, perché condividiamo la convinzione del Maestro Pappano per cui dirigere un’orchestra è come dirigere una grande impresa. Bisogna mettere insieme gli strumenti e farli suonare tutti insieme, e per questo è necessario un direttore capace di farli andare d’accordo. Credo che questo sia il modo più efficace di insegnare: un approccio che non abbandona la tradizione, ma che nella multidisciplinarietà trova la radice per stimolare i ragazzi a scegliere quello che sarà il loro futuro, ispirando passione.
Ritengo quindi che le componenti del successo di ogni iniziativa universitaria risiedano nella capacità di saper stimolare passione e curiosità: una formula applicabile a ogni ambito. Così, per quanto riguarda il mondo dell’arte, uno stimolo può essere di certo la partecipazione all’allestimento di mostre. La neo-direttrice Renata Cristina Mazzantini ha già offerto alla Luiss questa possibilità: stiamo infatti elaborando insieme un progetto di un’esposizione importante che si terrà nella nostra università.
Perché questa idea? Il progetto nasce dalla volontà di far percepire agli studenti l’università come un luogo nel quale imparare ad apprezzare l’arte, un ambito per il quale vale la pena spendersi e che offre opportunità professionali straordinarie per le quali, con i nostri master, prepariamo i giovani ad affrontare un futuro complesso, per la varietà e la multidisciplinarietà. L’idea quindi deve essere quella di lavorare insieme, ed è ciò che è alla base anche di questa giornata di Art Symposium. Un’iniziativa del genere in un museo così prestigioso, la GNAM, ha un significato molto importante per le università, perché l’insieme dei saperi e delle passioni sono alla radice di un buon insegnamento.

*L’articolo è stato pubblicato su Inside Art #132, special issue dedicato agli Atti del convegno The Art Symposium tenutosi il 27 maggio 2024 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.