Il giudizio di Paride di Rubens torna in esposizione alla National Gallery

Dopo un accurato restauro durato oltre un anno, il celebre capolavoro torna visibile al pubblico nella sede del museo londinese

Un restauro durato ben 14 mesi da parte del National Gallery’s Conservation Department: nell’ambito delle celebrazioni del 200esimo anniversario della National Gallery di Londra, l’olio su tavola risalente al 1632-35 torna visibile al pubblico. Il minuzioso intervento di restauro ha permesso alla restauratrice Britta New e a Bart Cornelis, curatore della pittura olandese e fiamminga, di confermare che il dipinto è stato restaurato più volte dopo la morte dell’artista nel 1640. In particolare, la conservatrice ha affermato che «Rubens è noto per arricchire e migliorare costantemente i suoi dipinti mentre lavorava, ma la dimensione aggiuntiva della rielaborazione successiva de Il Giudizio di Paride ha reso il trattamento del pannello una sfida stimolante».

Ad esempio, è stato possibile determinare i pigmenti usati: lo smalto, un blu che con il tempo sbiadisce al grigio, è visibile nel cielo dell’artista olandese: si è scoperto che ha usato anche l’ultramarino più costoso, nel mantello blu di Venere.

L’opera è stata inoltre dotata di un’antica cornice francese del tardo XVII secolo in stile Luigi XIV, ricopera d’oro, appositamente acquistata per il capolavoro di Rubens: una scelta che ben si coniuga alla volontà di uniformare il dipinto agli altri dipinti del pittore conservati nell’istituzione inglese che presentano prevalentemente cornici realizzate in Francia nel corso di questi anni. Gabriele Finaldi, Direttore della National Gallery, si è detto grato alla Bank of America «per aver reso possibile questo affascinante progetto di conservazione su uno dei dipinti più belli di Rubens. Il pubblico può ora goderselo al meglio per il Bicentenario e oltre».

L’iconografia del dipinto

Il quadro raffigura un episodio mitologico tratto dalla leggenda della guerra di Troia, in cui Paride, un principe troiano, è chiamato a decidere chi, tra le dee Era, Atena e Afrodite, è la più bella. L’artista dipinge una scena densa di movimento e drammaticità, tipica del suo stile barocco. Paride posto sul lato, è seduto mentre contempla le tre dee che si presentano a lui, in procinto di consegnare la mela d’oro alla più bella, atto che poi scatenerà la guerra di Troia; al suo fianco Ermes, il messaggero degli dei, che gli presenta le divinità.

Caratteristica del pittore è l’utilizzo di colori caldi e luminosi, che accentuano le forme morbide e sensuali delle tre dee, esaltandone il volume della carne. La composizione dinamica, l’esuberanza dei dettagli e l’accento sulla bellezza sensuale sono tutti tratti distintivi del barocco, enfatizzati dal gesto pittorico teatrale che incarna l’emotività della scena, rendendola vivida e coinvolgente.