L’esplorazione dei materiali nelle loro interazioni per riscoprire un nuovo rapporto con l’ambiente

Sentirsi parte di un “living system”, essere coinvolti in un apparato naturale che vada oltre l'interesse. L'intervista ad Hannah Rowan

Hannah Rowan abbraccia la creazione artistica con una combinazione di meticolosità e sperimentazione che la portano a studiare approfonditamente le espressioni della natura nella loro imprevedibilità. Dopo il diploma in Belle Arti, Rowan trascorre quattro anni sperimentando un modo unico di apprendimento che la porta a consolidare la sua pratica artisticache unisce le sue due maggiori passioni: lo studio della natura e dei materiali.

Triple Point, 2020, installation View, Belo Campo, Lisbon, Portugal

«Durante la mia formazione – spiega Rowan – sin da prima del mio MA in scultura, ho dato molta importanza alla residenza, in particolare alla metodologia del viaggio come opportunità per instaurare relazioni significative con i luoghi». Il suo approccio parte dallo studio profondo dei territori e dalla connessione autentica con gli ambienti circostanti. Attraverso l’esplorazione l’artista decide di conferire un’importanza primaria all’individuo inserito in un sistema in continua evoluzione che influenza e rende totalmente imprevedibile il corso degli eventi: «Cresciuta accanto al mare, ho sempre nutrito un interesse profondo per ciò che potremmo definire natura. Tuttavia, oggi questa connessione rappresenta per me qualcosa di molto più significativo. In particolare, parlo dell’essere parte di un “living system”, di sentirsi coinvolti in un apparato naturale che va oltre il semplice interesse».

In un contesto filosofico che tocca il tema dell’idrofemminismo, a partire dal testo Bodies of Water di Donna Haraway, emerge nel lavoro dell’artista un connubio affascinante tra la riflessione sull’acqua e le teorie femministe. «Attraverso il tocco e l’interazione diretta con i cambiamenti – precisa Rowan – si crea uno spazio sensoriale che va oltre il consumo tradizionale dell’arte come immagine. Questo approccio intimo mira a stimolare un coinvolgimento tangibile, un’esperienza che va oltre la superficie visiva, raggiungendo un livello più profondo di connessione umana». L’idrofemminismo diventa così un invito a riflettere sulle connessioni sottili tra l’acqua e il femminile non solo come simbolismo ma come forza vitale che attraversa e modella la nostra esistenza.

Carrier (pond), 2023

I quattro elementi acqua, terra, fuoco e ghiaccio, così come vengono intesi nella filosofia della Grecia antica, diventano centrali nello studio dei materiali dell’artista. «A volte – approfondisce Rowan – predispongo situazioni ma evito di esercitare un controllo completo. Mi piace lasciare ai materiali la possibilità di agire tra di loro e di entrare in relazione. In altre occasioni, la sperimentazione si manifesta forzando i materiali, osservando i loro processi materici. Nonostante il mio amore per l’ambiente esterno, una parte significativa del mio lavoro si svolge nello studio, dove sviluppo nuovi corpi di lavoro». Infatti, nonostante la tendenza dei materiali a tornare a uno stato elementare, Rowan si concentra sui loro processi di cambiamento che conferiscono nuove identità, incorporando al loro interno il concetto di fluidità, un pensiero che si riflette anche nella sua metodologia di ricerca. «La mia pratica è fondata sulla fusione di diverse discipline; non mi piace separare lo studio accademico dall’esplorazione fenomenologica. Sono contemporaneamente una ricercatrice e una scrittrice, ma anche un’artista, e inevitabilmente questi aspetti coesistono nelle mie opere. Da un lato, mi dedico allo studio dell’ecofemminismo, idrofemminismo e del nuovo materialismo; dall’altro, accetto come artista che le esperienze del mio corpo siano mezzi di studio altrettanto validi quanto quelli tradizionali di lettura e ricerca».

Vessels of Touch, 2021

Il legame con il pubblico è un elemento centrale nelle sue opere, che attivano uno spazio di riflessione e di partecipazione utile a comprendere la natura di cui facciamo parte. «Mi affascina – spiega Rowan – l’idea che la mia arte possa essere apprezzata senza la necessità di comprendere testi specifici; talvolta, le esperienze possono essere vissute e intuite senza la necessità di una conoscenza teorica approfondita».

I progetti recenti

L’ultimo progetto di Rowan è un’esposizione con Julian Bracht da Canepaneri C+N a Genova curata da Sara Dolfi Agostini. In mostra l’artista esplora varie dimensioni artistiche, tra cui le fusioni in alluminio e l’utilizzo di conchiglie di ostrica. Questi elementi, simili a barriere che filtrano l’oceano, sono in grado di catturare i segni del mare ma sono oggetti che allo stesso tempo possono essere tenuti nel palmo di una mano. La mostra a Genova è l’occasione per approfondire la sua ricerca e marcare la direzione che le sue sperimentazioni stanno prendendo negli ultimi anni.

Biografia di Hannah Rowan

Hannah Rowan on the Knut sailboat, East Greenland, 2022

1990
Nasce il 5 gennaio a Brighton, Regno Unito

2015
Svolge la sua prima residenza a Banff in cui si consolida il suo rapporto con la natura, e decide di perseguire gli studi con un master in Scultura al Royal College of Art di Londra

2016
È in residenza negli Stati Uniti per il Wassaic Project, dove incontra Todd Bienvenu, suo marito e compagno artistico

2018
Visita l’Artico per la prima volta durante la residenza dell’Arctic Circle a Svalbard, che lascia un segno indelebile nel suo lavoro e la lega profondamente ai ghiacciai

2023
Il ritorno al mare di Brighton per la nascita di sua figlia Cyan aggiunge una nuova dimensione alla sua vita e all’arte, promettendo una profonda esplorazione delle trasformazioni fisiche e psicologiche

hannah-rowan.com

*L’articolo è stato pubblicato sul numero #130 di Inside Art.