Il cavaliere in chiaroscuro, un ritratto di Frank Miller tra luci e ombre

Storie, interviste, aneddoti: Dario Marchetti attraversa la vita (e le opere) del geniale e controverso fumettista americano

«La scelta della biografia su Miller arriva dal fatto che, essendo questo il mio primo libro in assoluto, ho voluto scegliere un autore che conoscevo come le mie tasche. E soprattutto che avesse una vita meritevole di essere raccontata al di là delle sue opere: in questo senso Miller è davvero una rockstar, una figura un po’ maledetta e divisiva, di quelle che nel bene e nel male non puoi ignorare. E che al di fuori delle pagine ha avuto parte attiva in alcuni momenti basilari per l’industria e la storia del fumetto». Parole di Dario Marchetti, giornalista e conduttore di Rai News 24, che firma la biografia Frank Miller, il cavaliere in chiaroscuro, pubblicata da Ultra edizioni (con prefazione di Roberto Recchioni). 

Il volume – brossurato, 176 pagine, 16 euro – ripercorre la carriera, tra luci e ombre, del viscerale, provocatorio e (soprattutto) innovativo fumettista e sceneggiatore statunitense. Un autore tormentato e problematico che, tra trionfi e flop, nella sua carriera ha resuscitato e rivoluzionato supereroi del calibro di Batman (il personaggio a cui Marchetti è più legato, «e non perché sia più “dark”, feroce e incattivito, come sottolineano molti. Bensì perché nelle mani di Miller diventa un personaggio ancora più tragico, quasi un avatar del genere umano e della sua caparbietà anche di fronte all’impossibile», spiega) e Daredevil, per poi dedicarsi a opere cult come Ronin, 300 e Sin City (quest’ultime due approdate con successo anche sul grande schermo). 

Un libro, “Il cavaliere in chiaroscuro”, che ha una gestazione importante. «Ho iniziato a buttare giù i primi capitoli ad agosto del 2022. A fine settembre poi è arrivato l’ok dall’editore, a cui avevo paventato una consegna nel giro di pochi mesi. Una promessa fatta per gioiosa incoscienza: sull’onda dell’entusiasmo iniziale credevo che avrei impiegato pochi mesi a completarlo. In realtà il progetto ha poi richiesto oltre un anno, con gli ultimi ritocchi dati a fine gennaio 2024», ammette Marchetti, nato a Napoli nel 1989. Che prosegue: «Questo per un mix di tre fattori: la vita vissuta, la mia inesperienza come saggista e la difficoltà nel reperire alcuni materiali. Per scrivere questo libro, infatti, ho deciso di non limitarmi a quanto si trova in rete, spesso frammentario e privo di fonti, privilegiando invece riviste e testi degli anni ’70, ’80 e ’90, oggi reperibili quasi solo in cartaceo, da cui estrapolare riflessioni e interviste di Miller che andavano di pari passo con l’evoluzione della sua carriera». 

Forte di una scrittura pulita e scorrevole, ben inserita all’interno di capitoli “asciutti” («ho scelto quasi di scavare “attorno” alle opere più che “dentro”, come a voler dare una cornice di senso, storico e politico, attraverso la quale il lettore può poi in autonomia andare a leggere o rileggere quei fumetti e vederli sotto un’altra luce. I capitoli sono volutamente “snelli” e molto narrativi, con al centro sempre le parole di Miller e degli altri protagonisti, perché mi piacerebbe che questa biografia fosse digeribile per chi di fumetti sa poco ma anche interessante e ricco di cose inedite per chi invece li mangia a colazione», puntualizza l’autore campano), Il cavaliere in chiaroscuro – facendo leva su storie, interviste e aneddoti – attraversa la vita di un genio del fumetto. Ma anche le sue origini, i suoi maestri, la sua visione, i suoi ideali. 

Senza bypassare (tutt’altro) le tante zone d’ombra che, al pari degli squarci di luce, rappresentano il cuore pulsante della poetica di Miller (autore a cui è dedicato il saggio “Il cavaliere oscuro di Hollywood”, scritto da Valentino Sergi e pubblicato da Nicola Pesce Editore nel 2014). A questo proposito, Marchetti precisa: «Se è vero che l’assenza di mezze misure, il bianco e il nero, stilisticamente e metaforicamente, fanno parte della cassetta degli attrezzi di Miller, lo è altrettanto che – senza conoscere la sua vita, il suo pensiero e il contesto storico in cui quelle opere nascono –, non si può vedere tutto il grigio che c’è. Il chiaroscuro, appunto». In fondo, dunque, le ombre del dibattuto fumettista e sceneggiatore del Maryland, classe 1957, sono quelle di ogni essere umano. «Certo possono esserci autori meno politici, più accomodanti, meno controversi e provocatori. Oggi, soprattutto in Italia, continuo a leggere di Miller bollato come un autore “fascista”, che ritengo una definizione errata. Non che io debba difenderlo, anche perché politicamente parlando sono lontano dalle sue posizioni. Ma resta interessante vedere come questo autore sia stato accolto in Italia: una figura di sinistra, quasi un anarchico, visto che ne “Il ritorno del cavaliere oscuro” si faceva beffe dell’America reaganiana. Poi, a targhe alterne, è stato posizionato dalla parte opposta, come un pericoloso reazionario oscurantista. La verità, come sempre, sta nel mezzo».

Info: www.ultraedizioni.it

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